“Abbiamo letto l’intervista a tutto campo all’assessore regionale al Turismo Andrea Corsini, in parte condivisibile nell’analisi complessiva, alla luce soprattutto di una serie di eventi particolari che hanno reso la stagione in chiaroscuro.
Tuttavia l’analisi e le proposte dell’assessore se da un lato non nascondono un turismo in calo specie per la scarsa presenza degli stranieri (i tedeschi in particolare), allo stesso tempo sono apparse palesemente frettolose ed inopportune in alcuni passaggi. Intanto un bilancio andrebbe stilato a fine stagione e non a cavallo di ferragosto, peraltro evidenziando criticità emerse negli ultimi periodi, come ad esempio l’evento della Notte rosa per il quale servono senz’altro correttivi o formule innovative, perché, usando dichiarazioni ricorrenti sul territorio riminese, si tratta di un ”prodotto già ampiamente superato”. Ma ad un apprezzato approccio in parte critico e allo stesso tempo con un taglio costruttivo del numero uno del turismo, stride la considerazione sulle strutture alberghiere. Sì, gli alberghi devono migliorare, investire, stare al passo con una domanda sempre più esigente e pluridirezionale, ma non si auspichi l’intervento di grossi investitori o da parte di grandi catene, perché assisteremmo, nostro malgrado, alla lenta agonia del sistema turistico ricettivo romagnolo, settore trainante della nostra economia locale.
Un sistema quasi unico, apprezzato nel mondo e, come ogni esperienza pur consolidata, richiede contributi e finanziamenti adeguati, azioni mirate, ma non stravolgimenti! L’impetuosa “invasione” delle grandi catene alberghiere non può rappresentare la soluzione rispetto a politiche turistiche che hanno visto la regione da decenni al timone del comparto strategico per il territorio!
In altre parole ci si chiede, se non si voglia ripetere la deleteria esperienza del commercio, con grandi superfici commerciali che hanno letteralmente soffocato la piccola distribuzione tradizionale e di vicinato, purtroppo in modo grave e irreversibile. Questo rappresenta un reale pericolo, e le associazioni di categoria dovrebbero alzare gli scudi davanti a simili ipotesi paradossali. Si spera che il caldo di ferragosto abbia concorso ad offuscare un po’ le idee, e allo stesso tempo si confida sull’equilibrio e sulla saggezza del numero uno del settore, auspicando che giunga un chiaro segnale dagli operatori del settore e dai loro rappresentanti”.