Il DL “Crescita”, appena approvato in Parlamento, interviene sulla regolamentazione di “affitti brevi e attività ricettive”: è il quarto intervento in due anni e forse, in tutti questi casi riguardanti due Governi diversi, sarebbe stato meglio avviare una interlocuzione maggiore con tutto il mondo turistico. Oggi adempimenti e sanzioni – tra quelli nazionali, regionali e locali – sono già molto numerosi e a volte in contrasto tra loro o con differenze incomprensibili tra regione e regione.
In ogni caso valutiamo positivamente l’idea di un “codice identificativo” che garantisca il settore extra-alberghiero e degli affitti brevi.
Riteniamo però che debba cambiare un po’ la narrazione di questo settore: gli affitti brevi, il lavoro dei property manager e degli host, la nuova offerta extra-alberghiera sono una parte importante e innovativa dell’offerta turistica italiana e romagnola. Associare sempre questo mondo al termine “furbetti” è ingiusto nei confronti dei tanti operatori che pagano le tasse e svolgono gli adempimenti previsti, ma anche un modo per non cogliere il cambiamento della domanda turistica che chiede maggiore scelta in diverse forme, luoghi e periodi.
Invece di parlare di “furbetti” tirando in mezzo tutti, si facciano norme giuste e controlli adeguati.
L’art.13quater del DL “Crescita” istituisce, presso il ministero dell’Agricoltura, una banca dati “delle strutture ricettive nonché degli immobili destinati alle locazioni brevi” identificati attraverso un codice alfanumerico che andrà inserito in tutte le comunicazioni (online e offline); il Decreto si dà 30 giorni per definire le forme pratiche e i criteri di questo codice. Nel Decreto si definisce anche la possibilità di fornire i dati del portale Alloggiati Web (Questure) all’Agenzia delle Entrate – pur prendendosi tre mesi per definirne i modi – e sono espresse nuove multe per il non rispetto delle norme (da 500 a 5000€).
Come CNA Turismo vediamo con molto favore l’ipotesi di un codice identificativo ma speriamo che l’intervento non divenga un ulteriore carico burocratico per gli operatori (che hanno già tre dichiarazioni da fare) e che non rappresenti poi, nei fatti, una forma di controllo solo su chi è già in regola, mentre il problema – prima di tutto politico – è fare norme giuste per far emergere un sommerso storico, amplificato dai portali telematici, e attuare i controlli appropriati e necessari.
Per questo chiediamo che gli adempimenti siano finalmente semplificati: per esempio, riducendo a una – con tre indirizzi differenti – le dichiarazioni da fare da parte dell’impresa e dell’host (Questura, Istat/Regione, Comune/tassa soggiorno) nell’esercizio della sua attività. Allo stesso modo chiediamo modifiche alla Legge Turistica dell’Emilia-Romagna per attualizzare le norme (possibilità di promo-commercializzazione b&b, possibilità affitto porzione di casa, no limiti per le case e appartamenti per vacanze, ecc.) e, quindi, favorire la professionalizzazione e la valorizzazione di questo settore economico.
In questo senso, la CNA dell’Emilia-Romagna incontrerà l’assessore regionale al turismo, Andrea Corsini, il prossimo 4 luglio. Sarà il primo atto formale che noi speriamo porti all’apertura di un Tavolo sull’extra-alberghiero che abbiamo proposto proprio da Ravenna, con dentro tutti i soggetti associativi e sindacali interessati a gestire questa fase di passaggio, modificare vecchie norme e favorire il turismo in questa regione nella piena legalità e contro ogni abusivismo, ma senza “caccia alle streghe”.
La CNA di Ravenna, infine, organizzerà nel mese di settembre un corso di formazione su tutte queste novità normative, allo scopo di aiutare host e imprese turistiche extra-alberghiere ad essere sempre aggiornate e in regola.