L’eccesso d’acqua sta devastando l’agricoltura romagnola: da settembre sono piovuti fino a 700 mm di acqua sui terreni delle Cooperative agricole braccianti (CAB) di Ravenna che hanno già contabilizzato un danno enorme nell’annata in corso, pari a 4 milioni di euro, il 16% in meno di Produzione lorda vendibile del gruppo.
“Le CAB chiedono con urgenza la liquidazione dei danni, ancora pendente, delle alluvioni 2023 e 2024 a partire dai sistemi Agricat e Sfinge, l’attivazione dello Stato di crisi per l’agricoltura dell’Emilia-Romagna, un’ulteriore sospensione delle rate dei mutui e misure di sostegno per il ripristino della coltivabilità dei terreni”, dichiara Stefano Patrizi, presidente di Promosagri, società cooperativa di consulenza agronomica associata a Legacoop Romagna.
La produzione agricola delle CAB è a serio rischio e le previsioni meteo-climatiche non lasciano molto spazio all’ottimismo.
Le piogge del weekend hanno aggravato un quadro già critico, che si inserisce in un’emergenza mai realmente rientrata dalle alluvioni 2023 e 2024. L’eccesso di pioggia, che perdura ormai dall’autunno dell’anno scorso, genera impraticabilità, totale o parziale, e asfissia dei terreni oltre all’innalzamento eccessivo della falda idrica.
L’accumulo di acqua ha saturato i terreni delle cooperative fino a 80 cm di profondità, rendendo impossibili o molto difficili le lavorazioni, mandando a male le colture presenti e compromettendo la struttura del suolo.
Tra le coltivazioni più colpite: colture da seme, pomodoro, patate, grano tenero e duro, orzo, cipolla, bietola, coriandolo, bietola, erba medica, vivai fragola e asparago, pisello su circa il 25% dei terreni delle CAB. La programmazione agronomica è, in definitiva, stravolta.
Tutte le attività agricole sono rallentate per le pessime condizioni dei terreni, come le operazioni per la fertilizzazione, con costi aggiuntivi ancora difficili da quantificare, legati anche all’eventuale risemina di altre colture in sostituzione di quelle andate a male o non germinate e alla minor produzione di quelle seminate o in previsione di semina.
Nonostante gli sforzi delle CAB per recupero della situazione, diverse centinaia di ettari rimarranno nel 2025 incolti, mentre per il fine settimana è previsto ulteriore maltempo.
Come se non bastasse, ora l’agricoltura romagnola dovrà affrontare anche il rischio gelate: fenomeno potenzialmente devastante per tante colture pregiate, dopo un inverno mite in cui molte colture hanno fiorito in anticipo e sono ora esposte ai bruschi cali di temperatura che potrebbero azzerare intere produzioni. Nella notte tra martedì e mercoledì se n’è avuto un primo assaggio, di cui si conteggeranno nei prossimi giorni i danni effettivi.