Tetti scoperchiati, strutture crollate, tralicci e alberi abbattuti, coltivazioni danneggiate o distrutte, allagamenti. Con danni stimati per circa 29 milioni di euro a infrastrutture e beni pubblici, cui si sommano quelli agli edifici privati (oltre 126 milioni di euro) e alle attività produttive (73 milioni). Stime che potranno essere aggiornate nei prossimi giorni. Si consideri che, sulla base delle segnalazioni dei Comuni, risultano danneggiate 7mila abitazioni ad uso residenziale e 400 imprese.
Il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, ha firmato oggi la richiesta al Governo del riconoscimento dello stato d’emergenza nazionale per gli eventi metereologici che nel mese di luglio hanno colpito i territori delle province di Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena e Ravenna.
La richiesta fa seguito al decreto dello stato di crisi regionale, firmato dal presidente. “Come Regione stiamo facendo tutto il possibile per le nostre comunità a livello di risorse, strumenti e semplificazione- sottolinea Bonaccini-. Ci aspettiamo che il Governo comprenda la drammaticità che stanno vivendo i nostri territori e auspichiamo sia sulla stessa linea: servono risposte immediate e concrete, per garantire i fondi necessari a risarcire cittadini e imprese dai danni causati da trombe d’aria e violentissime grandinate che hanno colpito gran parte dell’Emilia-Romagna, comprese aree già duramente colpite dall’alluvione del maggio scorso e dove ora grandine e trombe d’aria hanno dato il colpo di grazia gettando nella disperazione famiglie e attività economiche che rischiano di perdere tutto e che devono essere tutelati. Chiediamo quindi che sia utilizzato lo stesso meccanismo speditivo col quale insieme alla Protezione civile nazionale stiamo già riconoscendo agli alluvionati il contributo di primo sostegno da 5mila euro con anticipo di 3mila. Intanto, come Regione, abbiamo già stanziato 3 milioni di euro”, chiude il presidente.
I danni
Sono 43 i Comuni che, dalle 7 province colpite dagli eventi del 22 luglio scorso, hanno inviato segnalazioni per danneggiamenti, pubblici e privati. Sui danni pubblici la stima complessiva è di circa 29 milioni, per gli edifici privati supera i 126 milioni di euro, per le attività produttive è di 73 milioni circa. Sebbene la stima sia fatta sulla base dei dati disponibili e non in seguito a una ricognizione analitica, i Comuni hanno segnalato, per la sfera del privato, 7mila abitazioni ad uso residenziale e 400 imprese interessate dall’evento e dai relativi danneggiamenti.
Gli eventi meteo
Il 3 e 4 luglio scorsi, intensi temporali- accompagnati da forti raffiche di vento, violente precipitazioni, grandine di notevoli dimensioni e fulmini – hanno interessato le province di Reggio Emilia, Modena, Bologna e Ferrara; il 13 luglio, un sistema temporalesco con precipitazioni intense, venti forti di downburst (fino a 120-130 km/h), grandinate di piccole-medie dimensioni, ha colpito gli ambiti provinciali di Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ravenna e Forlì-Cesena, interessando in particolare l’Appennino modenese e forlivese, e la costa ravennate. Infine, nei giorni dal 22 al 27 luglio intensi temporali, accompagnati da forti raffiche di vento, violente precipitazioni e grandinate di notevoli dimensioni, hanno colpito le province di Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena e Ravenna.
L’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile ha assicurato il proprio intervento operativo raccordandosi con il Dipartimento nazionale della Protezione Civile, con le Prefetture, i Vigili del fuoco per gli interventi di soccorso tecnico urgente, e con gli enti locali coinvolti, anche attraverso l’attivazione delle strutture operative e del volontariato di Protezione civile per la gestione delle criticità e il supporto necessario per il più rapido rientro nelle condizioni di normalità.
I Comandi provinciali dei Vigili del fuoco sono stati impegnati in operazioni di soccorso tecnico urgente, ripristino della viabilità, alberi caduti su strade e autovetture, tetti scoperchiati, abitazioni danneggiate, persone bloccate in abitazioni, pali ed elementi pericolanti, evacuazione di un convoglio ferroviario rimasto bloccato su un ponte a causa di mancanza di tensione elettrica interrotta dalla caduta di alberi, messa in sicurezza di linee elettriche atterrate dal vento, verifiche di stabilità di abitazioni in imminente pericolo di crollo strutturale. Nel dettaglio, sono state impegnate 2309 unità di personale e utilizzati 478 mezzi per circa 1956 interventi.
L’ordinanza per la gestione dei rifiuti
Il presidente Bonaccini ha firmato nei giorni scorsi anche un’ordinanza per agevolare la rimozione e la gestione, in tempi rapidi e in totale sicurezza, della mole di rifiuti causati dal maltempo. L’ordinanza stabilisce che tali rifiuti, provenienti da edifici pubblici e privati, vengano classificati come rifiuti urbani. Il cittadino può pertanto conferirli in prossimità della sede stradale, dove lo consentano le dimensioni e purché non ostacolino la libera circolazione, affinché il gestore del servizio provveda alla raccolta. Qualora l’ingombro dei rifiuti sia tale da non consentirne il collocamento nei pressi della sede stradale, verranno raccolti, dal gestore del servizio, su chiamata del cittadino.
Nel caso in cui i rifiuti urbani derivanti dagli eventi meteo eccezionali siano costituiti da materiali pericolosi che giacciono al suolo, contenenti ad esempio amianto, il cittadino che li detiene deve contattare il soggetto competente sul territorio per il servizio pubblico di gestione dei rifiuti urbani informando contestualmente il Comune. Il gestore, anche tramite un’apposita ditta terza autorizzata per la gestione dei rifiuti contenenti amianto, effettua un sopralluogo per la verifica delle condizioni dei rifiuti e provvede, in condizioni di sicurezza, alla rimozione e al trasporto dei rifiuti contenenti amianto in un impianto idoneo, dopo aver informato il Comune e l’Ausl competente.