“In questa città troppo spesso si parla di storia e cultura, senza far seguire i fatti alle parole essendo visibile a tutti l’abbandono di molte testimonianze moderne.

Partendo dall’opera di Alberto Burri all’interno del Pala De Andrè, un artista riconosciuto a livello mondiale, fortemente voluto in quell’area da Raul Gardini, figura che ha fatto la storia della chimica in Italia e nel mondo e che ha orgogliosamente rappresentato l’Italia e la nostra Ravenna. Dopo varie discussioni da parte del partito maggioritario ravennate, il cosiddetto ferro continua ad attendere un make-up, peraltro con costi che appaiono incredibili ai più, ma che non si sono ancora visti iniziare i lavori.

Ma a lasciare ancora più sconcertati è l’abbandono di un altro dei simboli più gloriosi del recente passato ravennate: Il Moro di Venezia.
Lasciato ormai abbandonato a se stesso, senza nessuna cura, senza la capacità di valorizzarlo nella maniera migliore, senza farlo diventare attrattivo, trasformando lo scafo in un volano turistico degno di questo nome creandogli magari attorno una piattaforma di contesto che possa mostrare nel migliore dei modi quel vero gioiello della nautica e del pensiero imprenditoriale. Si dovrebbe cominciare abbassandolo possibilmente da un’impalcatura troppo alta, e creando passerelle trasparenti inclinate che consentano la visibilità dell’interno, effettuando un rimessaggio periodico a data certa sul posto, e occupandosi della protezione che possa fare affrontare il tempo nel migliore dei modi a un gioiello esposto alle intemperie per essere fruito in tutta la sua bellezza.

Si tratta di un capolavoro riconosciuto a livello mondiale, eppure sulle guide turistiche non viene mai menzionato, tenuto come se fosse un vecchio arnese fatto scendere dalla soffitta della nonna senza prestargli particolare cura. La sensazione è che a quest’ Amministrazione comunale e tanto meno all’Autorità di Sistema portuale, proprietaria del natante, non interessi particolarmente questo tipo di passato, magari perchè non rappresenta “esempi” che possano ricordare qualcuno che abbia il “pedigree” di sinistra al quale di solito, incommensurabilmente, si dedicano rassegne, eventi, denari.

Lasciare questo scafo in testa al Candiano, senza protezioni, senza manutenzioni da circa dieci anni, vuol dire portare il Moro di Venezia al deterioramento, vuol dire, cancellare un glorioso passato benchè recente.”

Nicola Tritto