Sono partiti anche questa mattina da piazza Kennedy i ciclisti soci della Federazione italiana amici della bici che partecipano al trentesimo Cicloraduno nazionale della Fiab che per una settimana, dal 18 al 24 giugno, vanno alla scoperta delle bellezze naturalistiche e architettoniche di Ravenna e del territorio circostante. Circa 300 i partecipanti provenienti da tutte le regioni italiane e tre da Vancouver in Canada. Alla partenza sono stati salutati dagli assessori al Turismo, Giacomo Costantini, e all’Ambiente, Gianandrea Baroncini.
Nove i percorsi cicloturisti proposti per oggi, più tre eventi serali. Il primo gruppo, appuntamento alle 6 per il percorso più lungo di 70 chilometri, si è diretto alle saline di Cervia. Dalle 8 sono partiti anche i gruppi che hanno scelto i seguenti itinerari: escursione agli scavi della Villa Romana di Russi e visita all’Ecomuseo di Villanova di Bagnacavallo; la valle di Sant’Alberto con i fenicotteri, visita ai luoghi Garibaldini, al museo NatuRa e casa Guerrini; la pineta di San Vitale e gita in barca nella “Pialassa” con visita ai capanni da pesca; i territori del “Burson” alla scoperta di un vino autoctono; il villaggio delle cicogne ed il sistema delle bonifiche di pianura; Fronte del Senio – La linea Gotica di pianura; il faro in capo al mondo e l’amico mare; escursione al mausoleo di Teodorico e alla Domus dei tappeti di pietra. Tre percorsi sono stati programmati anche per la serata: apericena con apertura notturna in esclusiva del sito archeologico “Antico Porto di Classe”, apertura speciale del complesso Monastico “Camaldolese” e Biblioteca Classense, tour in bici del centro storico di Ravenna “Tra monumenti e misteri”.
Al termine del Cicloraduno sarà fatto un sondaggio sul gradimento delle escursioni e sarà stilata la top 3 fra tutte le mete proposte.
“L’importanza di questo evento – sottolineano gli assessori al Turismo, Giacomo Costantini, e all’Ambiente, Gianandrea Baroncini – è l’ospitare e far conoscere il nostro territorio a chi ama assaporare luoghi, natura e tradizioni in maniera slow, ma soprattutto poter avere suggerimenti e consigli da chi li ha visitati con occhi insoliti, permettendoci di migliorare, valorizzare e promuovere itinerari cicloturistici così diversi”.