“Non ha avuto paura che la potessero dimenticare”: nelle parole del figlio Massimiliano sta tutta la grandezza di Mina, quella di una cantante che ha la Voce – quella sì, assoluta e unica, patrimonio italiano che non conosce limiti generazionali – ma anche una straordinaria intelligenza, che l’ha resa capace di “giocare con l’immaginario, essere poco afferrabile. Che antenne…è sempre sintonizzata su ciò che sta per succedere, nella musica come nella vita. E quando ha capito che la tv stava cambiando ha fatto altro”. Mina, interprete pura, non scrive canzoni; le fa proprie, armata di una cultura musicale che farebbe impallidire chiunque altro: dalla classica al jazz, passando per il rock, il pop, la musica napoletana, la bossanova, lo swing, il tango, la musica sacra. Insomma, la voce c’è ma non se l’è mai fatta bastare, facendone invece uno strumento per continuare a essere – libera, sfrontata, coraggiosa, amatissima e criticatissima, ma soprattutto – Mina.
Per raggiungere l’obiettivo Mina ha presto intuito la necessità di circondarsi di collaboratori eclettici, colti, fuoriclasse capaci di immergersi in mari musicali diversissimi; è stata la prima a ricorrere a musicisti di estrazione jazz per dischi che jazz non erano. Danilo Rea, Massimo Moriconi e Alfredo Golino corrispondono perfettamente al profilo, jazzisti nell’anima capaci di suonare ogni singolo pezzo di ogni genere nel modo giusto. Questo trio di straordinari performers é il nucleo base dei dischi di Mina: sulle loro ritmiche poderose sono costruiti gli arrangiamenti, aggiungendo e armonizzando gli altri strumenti con le loro intuizioni guida, accompagnando l’artista in centinaia di progetti musicali e takes sempre diverse, ma sempre coraggiosamente piene di musica e qualità. Tre per una è uno spettacolo con canzoni appassionanti e conosciutissime, restituite in una versione inedita arricchita dagli aneddoti e racconti di Massimiliano Pani.
Danilo Rea, diploma in pianoforte a S. Cecilia e un interesse che oscilla fra jazz e progressive, ha collaborato con tutti i grandi della musica leggera italiana – Modugno, Mannoia, Cocciante, Morandi, Celentano, Paoli, Zero – e con solisti jazz statunitensi del calibro di Chet Baker, Lee Konitz, John Scofield; per poi mettersi al pianoforte per un omaggio a Bach con Ramin Bahrami o salire sui tetti di Roma per il concerto a favore di Emergency. Anche il bassista Massimo Moriconi è conteso da ogni parte: ai tempi dell’orchestra dei ritmi leggeri della Rai di Roma ha suonato con miti come Jerry Lewis, Liza Minnelli, Mireille Mathieu, e uno dei suoi impegni principali è proprio quello di sideman in sala di registrazione. Ha spesso percorso le strade del cinema, però, incidendo colonne sonore per compositori come Morricone, Piovani, Bacalov. A 17 anni Alfredo Golino suona la batteria per gli artisti americani nei concerti organizzati alla base NATO di Napoli, a 18 è a Roma, richiesto da Armando Trovajoli che lo fa partecipare a tutte le proprie produzioni Rai, cinematografiche e discografiche; poi arrivano l’Orchestra Rai di Milano e formazioni jazz, fusion, tour internazionali e la partecipazione ai successi discografici italiani come musicista, co-produttore, co-arrangiatore. Massimiliano Pani, compositore, arrangiatore e produttore discografico, esordisce giovanissimo come autore di brani poi incisi dalla madre, con la quale nel 1980 inizia a collaborare stabilmente anche alle tastiere e come arrangiatore. Formatosi come musicista con Mario Robbiani e Celso Valli, ha arrangiato anche per artisti come Adriano Celentano, Fabrizio De André, Renato Zero; sconfina sovente nel mondo del jazz.