Secondo il “Rapporto Energia da fonti rinnovabili in Italia” recentemente pubblicato dal GSE, nel 2020 le FER (fonti energetiche rinnovabili) sono state impiegate in maniera diffusa sia nel settore elettrico (hanno coperto oltre il 38% dei consumi complessivi di energia elettrica), sia in quello termico (poco meno del 20%), sia nel settore trasporti (la relativa quota FER, monitorata ai fini del target settoriale al 2020, è pari al 10,7%), consolidando il proprio ruolo di primo piano nel sistema energetico italiano.
La quota dei consumi energetici complessivi coperta da FER registrata nell’anno (20,4%) risulta superiore sia all’overall target assegnato all’Italia dalla direttiva 2009/28/CE (RED I) per lo stesso 2020 (17%), sia all’analogo valore rilevato nel 2019 (18,2%), dinamica di crescita influenzata dagli effetti dell’emergenza sanitaria da Covid-19: a fronte della sostanziale stabilità dei consumi di energia da FER (21,9 Mtep, in linea col dato 2019), sono diminuiti i consumi energetici complessivi del Paese (da 120,3 a 107,6 Mtep: -10,6%).
I dati sono stati commentati nel corso del convegno promosso da Federmanager e dagli Ordini degli Ingegneri di Bologna, Ferrara e Ravenna “Energie rinnovabili tra fabbisogno, transizione energetica e competitività industriale”, che si è svolto on line nel pomeriggio di giovedì 21 aprile alla presenza di circa 500 partecipanti.
Nonostante i numeri apparentemente incoraggianti, infatti, ad oggi non abbiamo una protezione efficace, neanche dalle FER, al contingente problema dell’incertezza sulle forniture energetiche tradizionali.
“Concretizzare la transizione energetica, tenendo ben presenti le sfide di breve termine che gli scenari geopolitici attuali ci pongono, è centrale per Federmanager – sottolinea Roberto Pettinari, responsabile Commissione Sostenibilità e Infrastrutture per Ambiente, Territorio, Energia di Federmanager Bologna-Ferrara-Ravenna e moderatore del convegno – e proprio nei giorni scorsi la nostra associazione ha firmato un protocollo di collaborazione con Confindustria Energia volto alla promozione di azioni tese ad assicurare la sostenibilità ambientale, economica e sociale dei cambiamenti in atto. Figura centrale sarà quella dei manager della transizione energetica. Come ha evidenziato il nostro presidente Stefano Cuzzilla, è necessaria infatti una profonda revisione ed innovazione dei modelli di produzione, distribuzione e consumo per salvaguardare la competitività dei comparti industriali”.
Energie rinnovabili un’opportunità per l’indipendenza energetica
Ha inquadrato la situazione nell’attuale scenario geopolitico Fabio Zanellini, responsabile affari normativi e regolatori di Falck Renewables – Next Solutions: “La diffusione delle fonti rinnovabili può essere un’opportunità per il Paese di contribuire al raggiungimento dell’indipendenza energetica attraverso la disponibilità di fonti energetiche sostenibili con un valore economico stabile. Questo è un tema la cui importanza è drammaticamente sotto i nostri occhi in questi giorni.”
“L’evoluzione normativa e regolatoria – ha proseguito Zanellini – sta supportando la transizione energetica in questo senso, in particolare nell’avvicinamento tra produzione da fonti rinnovabili e consumo, attraverso per esempio le nuove forme di condivisione dell’energia. Serve imprimere una svolta decisa nelle procedure autorizzative, soprattutto per impianti utility scale e, allo stesso tempo, lavorare ad una riforma del mercato elettrico in grado di valorizzare in maniera trasparente le soluzioni di produzione rinnovabile ed accumulo diffuse e coordinate col consumo, senza discriminarle.”
Puntare sulle rinnovabili per ridurre la dipendenza dal gas
Per Nicola Armaroli, dirigente del CNR e membro dell’Accademia Nazionale delle Scienze, nonché autore del libro “Emergenza energia. Non abbiamo più tempo”, è realistico puntare con decisione sulle rinnovabili per modificare il mix energetico italiano e ridurre così anche la dipendenza dal gas russo. “La realizzazione non è a breve termine, ma sono convinto che con un sistema autorizzatorio adeguato le rinnovabili siano l’opzione vincente. Le uniche risorse energetiche abbondanti di cui disponiamo in Italia e in Europa sono i flussi di luce solare, vento, acqua, calore del sottosuolo e biomasse.”
“Le tecnologie più pronte e competitive – ha proseguito Armaroli – sono quelle elettriche, in particolare fotovoltaico ed eolico. Considerate le caratteristiche italiane di insolazione e tutela del paesaggio, il fotovoltaico è quello con maggiori margini di sviluppo. Da non sottovalutare il contributo del biometano da rifiuti: l’Italia può produrne almeno 3 miliardi di metri cubi l’anno e qualcuno sostiene si possa arrivare a oltre 6. Considerato che il consumo attuale di gas naturale è di circa 70, può darci una mano a uscire dalla dipendenza dal gas importato.”
Ruolo degli enti pubblici fondamentale per agevolare la transizione energetica
Piergabriele Andreoli, energy manager e direttore dell’ente no profit Agenzia per l’Energia e lo Sviluppo Sostenibile, ha sottolineato la centralità degli enti pubblici per agevolare la transizione energetica. “Un ruolo in questo momento più che mai focale, nella nostra esperienza di agenzia territoriale che opera ormai da più di vent’anni su questi temi proprio al fianco delle amministrazioni pubbliche: per molte delle azioni che stanno nascendo possono essere la guida e l’esempio.”
“Prendiamo le comunità energetiche, alla ribalta del momento. I Comuni possono essere protagonisti come propulsori e partecipanti attivi, anche e soprattutto attraverso la comunicazione, spiegando a cittadini, industrie ed enti commerciali i benefici che ne derivano: da un lato l’aumento delle rinnovabili per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione, dall’altro un vantaggio economico per far fronte ai crescenti costi dell’energia. A breve saranno una realtà: si sta completando il quadro normativo a livello nazionale e molte regioni stanno legiferando, tra queste anche l’Emilia-Romagna. Il quadro completo dovrebbe arrivare entro l’estate e quindi subito dopo si partirà con la loro costituzione”.
Emilia-Romagna, Piano energetico al 2030 e progetto di legge sulle comunità energetiche
Morena Diazzi, direttore generale Conoscenza, Ricerca, Lavoro, Imprese della Regione Emilia-Romagna, ha parlato delle politiche regionali per l’energia: “Lo scenario energetico pone oggi sfide e obiettivi complessi in rapida trasformazione, sia rispetto al grande tema della lotta al cambiamento climatico, sia rispetto allo sviluppo delle rinnovabili e della crisi energetica in corso. La Regione Emilia-Romagna punta ad aumentare in modo significativo l’efficienza energetica e coprire sempre più consumi con fonti rinnovabili e con energia di prossimità.”
“Proprio in questi giorni – ha proseguito Diazzi -, coerentemente con gli impegni assunti con il ‘Patto per il Lavoro e per il Clima’, sono stati presentati la proposta di ‘Piano triennale di attuazione 2022-2024’ del ‘Piano energetico regionale al 2030’ e l’importante progetto di legge sulle comunità energetiche, due strumenti fondamentali la cui attuazione prevede investimenti pubblici e privati per oltre 8,5 miliardi di euro nel triennio 2022-2024. Per attivare processi di transizione energetica ed ecologica è necessario coinvolgere tutta la società regionale, dalle pubbliche amministrazioni alle imprese e alle professioni, fino al mondo della ricerca e della formazione.”
Emilia-Romagna: ruolo trainante per la transizione energetica
Durante il convegno sono stati portati all’attenzione dei partecipanti alcuni progetti concreti per la transizione energetica in Emilia-Romagna, “una regione che proprio per il suo forte tessuto produttivo e industriale non può che giocare un ruolo trainante in questa nuova sfida globale”.
A sottolinearlo Claudio Fiorentini, responsabile Affari Istituzionali Area Nord di Enel Italia. “Pensando a questo abbiamo identificato progetti che spaziano lungo tutta la catena del valore: un ulteriore miglioramento ambientale e di efficienza degli impianti di La Casella e Porto Corsini, un numero importante di impianti rinnovabili abbinati a impianti di accumulo e in parallelo un grande piano di investimenti sulla rete elettrica per abilitare i nuovi paradigmi di produzione e l’elettrificazione dei consumi.”
“Un ruolo centrale – ha detto ancora Fiorentini – lo avrà anche la mobilità sostenibile, sia privata che pubblica: oggi nella regione sono già attivi circa 600 infrastrutture di ricarica ma puntiamo ad un’accelerazione significativa che permetterà di uscire da una fase pionieristica per passare alla nuova epoca in cui la mobilità elettrica diventerà di massa.”
Teleriscaldamento, gas verdi, efficienza energetica e fotovoltaico
Cristian Fabbri, amministratore delegato Hera Comm SpA, ha infine illustrato le attività del gruppo Hera sulla produzione da fonti rinnovabili, che puntano ad un riutilizzo delle risorse in un sistema di economia circolare: “Oltre 90 mila appartamenti equivalenti sono riscaldati dal teleriscaldamento, il 70% del calore distribuito è calore geotermico, calore prodotto dai rifiuti o calore cogenerativo”. “Otteniamo poi biometano dalla componente organica rifiuti – ha proseguito Fabbri – 8 milioni di metri cubi nell’impianto attivo in provincia di Bologna e, dai rifiuti che non vanno a recupero di materia, produciamo nei termovalorizzatori circa 700 gigawattora di energia elettrica. Inoltre, stiamo sviluppando innovativi progetti per la produzione di idrogeno verde e installando impianti fotovoltaici su tutti i nostri impianti produttivi con caratteristiche e dimensioni idonee.”
“Da anni – ha sottolineato ancora Fabbri – aiutiamo i nostri clienti, dalle grandi aziende alle famiglie compresi condomini e le PA, a ridurre l’impronta di carbonio attraverso l’efficienza energetica e l’autoproduzione: oltre 200.000 TEP risparmiate”.
“Nel piano industriale continueremo ad investire su questi assi, anche grazie ai contributi del PNRR, ed amplieremo la percentuale dei nostri 3,5 milioni di clienti che, grazie al nostro supporto, avranno ridotto la propria impronta di carbonio.”