“Alla luce di quanto sta emergendo, si prospetterebbe un affare davvero poco conveniente per l’interesse pubblico: le torri Hamon, prive di amianto e usate per il raffreddamento e recupero di acqua non inquinata, verranno distrutte. Le uniche parti che possiamo definire “sane” dell’ex SAROM, dotate di una valenza simbolica ed ingegneristica unica che tanti chiedono di conservare come si conservano i manufatti di pregio del patrimonio industriale in tutte le città culturalmente più attente. Torri che però si prestano anche ad essere facilmente identificate, loro malgrado, come “mostri”, causa di morte e distruzione ambientali. In cambio dell’abbattimento, i cittadini acquistano, tramite l’Autorità Portuale (ente pubblico), i terreni della raffineria a 6.8 milioni di euro, che con iva diventano quasi 8 milioni. Si apprende che la bonifica dei terreni è stata eseguita da ENI solo fino a renderli compatibili con l’uso industriale, e una parte deve essere ancora eseguita” Italia Nostra continua a criticare la decisione dell’abbattimento delle Torri Hamon.
“Un grottesco e costoso paradosso, per non dire altro, che sacrifica le potenzialità di sviluppo a lungo termine, sia per l’uso pubblico dei terreni, che per una riqualificazione di pregio della Darsena e delle sue pertinenze.
Aggiungiamo, a margine, che ENI riporta la costruzione delle torri tra il 1958 e il ’63. In nostro possesso, però, un documento ufficiale in cui già al 1957 la torre più a est era attiva, mentre si sta approfondendo l’eventuale presenza nel 1954. Sorprende la fretta con cui si cerca di liquidare anche questo aspetto, che invece potrebbe andare nella direzione di una conservazione secondo tutti i requisiti di legge.
Poi salta fuori un progetto “green” con fondi PNRR che non risulta ancora pubblicato da nessuna parte”.
L’associazione chiede: “Alla luce di tutto questo, quando pare non fosse stato nemmeno informato dell’abbattimento, cosa dice il sindaco di Ravenna per tutelare gli interessi dei suoi cittadini?”
E poi rilancia la manifestazione di domenica: “Appuntamento per chiedere chiarezza, bonifiche complete, tutela della torre ancora in piedi e degli interessi pubblici, domenica 7 aprile, presso la Darsena di città (zona testata/Almagià), a partire dalle ore 16.00, fino alle 18.00. E’ previsto anche un raduno alle ore 14.00 presso il ponte mobile (lato nord) ed una passeggiata fino al luogo della manifestazione.”