Come ogni anno, l’arrivo del mese di marzo non segna solo l’inizio della primavera, con i raggi di sole sempre più caldi e l’aria ormai già tiepida fin dalle prime ore del mattino. La stagione appena cominciata (l’equinozio si è verificato lo scorso 20 marzo) porta in dote anche il classico spostamento delle lancette, con il rito del passaggio all’ora legale che si ripete ciclicamente con l’allungarsi delle giornate.
Per chi è solito confondersi, ricordiamo che l’abbandono dell’ora solare rimasta in vigore per tutto l’inverno comporta una variazione dell’orario in avanti: nella notte tra sabato 30 e domenica 31 gli orologi di tutta Italia dovranno essere regolati modificando l’orario dalle 2 alle 3. Perderemo tutti quanti un’ora di sonno (un dramma per chi aspetta il weekend proprio per recuperare gli arretrati accumulati durante la settimana), ma potremo godere di diversi benefici nel corso dei prossimi sette mesi.
Torna l’ora legale: perché spostiamo le lancette in avanti e quando dovremo farlo
Il passaggio dall’ora solare all’ora legale consentirà alle famiglie e ai cittadini del nostro Paese di risparmiare una somma di denaro non indifferente. Per spiegare come si verifica questo meccanismo, occorre osservare le ore di luce in costante aumento durante le giornate di quest’ultimo periodo. Tutti abbiamo notato come al mattino il sole sorga molto prima rispetto a poche settimane fa, iniziando ad illuminare le nostre case già pochi minuti dopo lo scoccare delle 6.
Ma a quell’ora – in media – sono ancora poche le persone che stanno svolgendo la propria attività lavorativa quotidiana: e così si è ritenuto più utile (in termini strettamente numerici) usufruire di questo vantaggio più avanti nel corso della giornata. Questo a maggior ragione se si pensa che comunque, da qui al solstizio di giugno che segnerà l’arrivo dell’estate, l’alba arretrerà ancora di parecchi minuti, regalandoci sempre più ore di luce.
Ora legale, perché cala il costo delle bollette e quanti kilowatt di energia elettrica verranno risparmiati
Risulta dunque immediato comprendere come il quadro appena descritto (che si protrarrà fino al 27 ottobre 2024, giorno in cui torneremo all’ora solare) consentirà un minor utilizzo di energia elettrica nelle case degli italiani. La società partecipata statale Terna ha effettuato diverse stime in merito al quantitativo di elettricità che potremo non consumare nei prossimi sette mesi di ora legale: siamo nell’ordine di circa 410 milioni di kilowatt che non verranno utilizzati, per un corrispondente calo della spesa in bolletta di circa 220 milioni di euro (anche se il dato è destinato a crescere con i prezzi in aumento ad aprile).
Volendo fare un’equiparazione che renda bene l’idea, il volume di kilowatt risparmiati con il passaggio all’ora legale equivale in media al fabbisogno complessivo annuo di circa 150mila nuclei familiari in cui è presente almeno un figlio. Questo significa poco meno di mezzo milione di persone. Ma c’è di più: sempre Terna ha calcolato come, nell’arco temporale che va dal 2004 ad oggi, lo spostamento delle lancette in avanti abbia permesso al popolo italiano di limitare le spese in bolletta per un totale di circa 2 miliardi di euro in diciotto anni.
fonte qui finanza