L’obesità non è una condizione, ma una malattia. Che in Emilia-Romagna riguarda oltre 336mila persone adulte (tra i 18 e i 69 anni) – l’11% della popolazione di questa età- a cui se ne aggiungono 945mila in sovrappeso, il 32%.
Il 4 marzo, come ogni anno, si celebra la Giornata mondiale dell’obesità, e tutto il servizio sanitario regionale è impegnato a organizzare iniziative e incontri di informazione e sensibilizzazione (i programmi sono disponibili sui siti internet di Aziende sanitarie e ospedaliere). Per far comprendere ai cittadini che con l’obesità non si scherza, perché costituisce uno dei principali fattori di rischio collegati all’insorgenza di altre patologie come ictus, diabete, tumore, ipertensione e problemi cardiaci; inoltre, oggi più che mai rappresenta anche uno stigma e spesso è legata a episodi di bullismo e fat shaming, con le conseguenti ripercussioni psicologiche e di benessere complessivo che porta con sé.
“È importante non lasciare le persone sole con la propria dieta: in Emilia-Romagna al loro fianco ci sono i professionisti e le equipe multidisciplinari del servizio sanitario regionale, che da anni svolge attività di prevenzione, contrasto e cura dell’obesità già a partire dalla prima infanzia- afferma l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini-. Occorre continuare a lavorare per favorire stili di vita sani, contrastare la sedentarietà e promuovere buone abitudini alimentari”.
A prendere in carico e a seguire le persone con obesità in Emilia-Romagna sono la rete di nutrizione preventiva e clinica delle Aziende sanitarie locali, attraverso i servizi Igiene degli alimenti e della Nutrizione, e le Aziende ospedaliere, con equipe multidisciplinari formate da nutrizionisti, medici dello sport, psicologi e altri specialisti.
Ma il contrasto all’obesità, come per altre malattie croniche, passa prima di tutto da una strategia che promuove un’alimentazione corretta e attività fisica regolare in diversi ambiti – scolastico, lavorativo, di comunità e nelle strutture sanitarie, e prima ancora in gravidanza e in famiglia – e da uno specifico programma destinato ai più piccoli, il “Modello regionale di presa in carico del bambino in sovrappeso e obeso”, attivo dal 2013 e che è stato inserito dall’Organizzazione mondiale della sanità tra le buone pratiche europee per il contrasto all’obesità infantile. I medici di base e i pediatri di libera scelta rivestono un ruolo fondamentale e costituiscono il primo step per accedere ai servizi.
Una rete che serve a prevenire e contrastare la patologia e a curare le persone con obesità, di tutte le età: se in regione il 43% degli adulti presenta un eccesso di peso, la percentuale sale a oltre la metà della popolazione sopra i 69 anni (dati Passi e Passi d’argento biennio 2021-2022). Numeri più confortanti, invece, per i minori. In Emilia-Romagna il 26% dei bambini di 8-9 anni è in sovrappeso o presenta obesità, ma fortunatamente la prevalenza diminuisce nell’adolescenza: il 15% nei 17enni (dati OKkio 2019 e HBSC 2022). A influire sull’eccesso di peso sono spesso lo scarso movimento e il troppo tempo trascorso davanti a tv, videogiochi, tablet, cellulare o sui social network.