Sono terminati i lavori di restauro del “Il Cardello”, l’antico edificio che si trova sulle colline di Casola Valsenio (Fc) dove lo scrittore e poeta Alfredo Oriani trascorse gran parte della sua vita e scrisse tutte le sue opere. Alla cerimonia inaugurale della casa-museo che si svolgerà domattina, sabato 12 giugno, parteciperanno l’assessore regionale alla Cultura e Paesaggio, Mauro Felicori, il sindaco di Casola Valsenio Giorgio Sagrini, il presidente della Fondazione Casa-Oriani, Sandro Rogari. Presenti anche l’architetto progettista del restauro, Aida Morelli, e il consulente del progetto di manutenzione del parco, Roberto Rinaldi Ceroni.
“Un restauro veramente importante, per un edificio significativo per la Comunità di Casola Valsenio e per tutta il territorio dell’appennino forlivese- commenta l’assessore Felicori-. La Regione ha sostenuto con convinzione questo recupero, che ora consentirà nuove possibilità di fruizione e un importante presidio di memoria”.
ll progetto, presentato dall’Amministrazione Comunale di Casola Valsenio, è stato finanziato dalla Regione con 220.500 euro, circa il 70% della spesa che ammonta complessivamente a 315mila euro.
Intervento di manutenzione straordinaria anche per il parco e il bosco adiacenti al “Cardello”, un vero valore aggiunto dell’intero complesso, soprattutto per la rilevanza dal punto di vista paesaggistico e naturale. La Regione Emilia-Romagna ha finanziato con oltre 54mila euro gli interventi di conservazione e miglioramento del bosco e di sistemazione idraulico-forestali per tutelare e preservare questo importante patrimonio naturalistico.
Il Cardello
Non è nota con esattezza l’epoca in cui fu costruito l’edificio, ma si sa solo che è stato la foresteria dell’Abbazia benedettina di Valsenio, la cui esistenza è documentata a partire dal 1126. Il Cardello è menzionato per la prima volta in un documento del 1419. Dopo alterne vicende fu acquistato nel 1855 da Luigi Oriani, padre di Alfredo. La famiglia Oriani vi si trasferì stabilmente nel 1866 e ne fu proprietaria fino al 1978, quando Luigia Pifferi Oriani, vedova di Ugo, unico figlio di Alfredo, con testamento pubblico lo ha lasciato in eredità all’Ente “Casa di Oriani” unitamente ai terreni circostanti.
L’attuale assetto dell’edificio risale al restauro del 1926, che si ispirò al gusto neo-romanico in voga nei primi anni del regime fascista e non curò la salvaguardia dell’architettura originaria. L’interno del ‘Cardello’ costituisce invece un raro e splendido esempio di abitazione signorile romagnola dell’Otto-Novecento e sotto questo aspetto può essere considerato un vero e proprio museo. Due locali non toccati dal restauro del 1926 sono la camera da letto di Oriani, col letto in cui morì il 18 ottobre 1909, e lo studio con i circa 600 libri della sua biblioteca privata.
Nelle adiacenze dell’edificio fu costruita negli anni 1923-1924, su disegno dell’architetto Arata, la vasta area monumentale che ospita il sepolcro di Alfredo Oriani. Al 1934 risalgono invece gli stemmi che ornano il mausoleo, omaggio delle città italiane alla memoria dello scrittore. Nell’ipogeo antistante riposano i resti del padre di Oriani, Luigi, del figlio Ugo e della nuora Luigia Pifferi Oriani.
Attorno al Cardello si estende un vastissimo e lussureggiante parco, ricco di quasi trentamila piante, dichiarato dal Ministero per i Beni Culturali e Ambientali ‘zona di notevole interesse pubblico’