Come da qualche anno a questa parte, in occasione della Settimana Mondiale della Gentilezza, Terziario Donna Confcommercio di Ravenna festeggia la ricorrenza con un simbolo evento per far capire l’importanza della gentilezza nei rapporti interpersonali ed anche in ambito imprenditoriale.

Una giornata non cambia gli stili di vita, ma ha il valore di accendere una luce per riflettere sull’importanza della gentilezza e sul circolo virtuoso che innesca.

Quest’anno Terziario Donna ha realizzato il ‘segnalibro gentilezza’ che viene distribuito in questi giorni nei negozi del centro storico di Ravenna e in tutti quelli che ne faranno richiesta.

Nel ‘segnalibro gentilezza’ sono indicati 5 consigli pratici per diffondere la gentilezza:

  • Grazie, scusa e per piacere: sono parole semplici e preziose. Gesti ordinari da utilizzare

quotidianamente.

  • Riconoscere l’altra/o è un segno di rispetto, saluta le persone.
  • Rispetta lo spazio pubblico come lo spazio privato.
  • Rispettare gli altri significa rispettare te stessa/o. Se sei impossibilitata/o ad andare ad un appuntamento, ricorda di avvisare per tempo.
  • Il tempo è un bene prezioso, donalo agli altri e a te stessa/o.

“Tolleranza, empatia, accettazione di sé e dell’altro, grazie, prego, mi scusi, buongiorno, buonasera…Sono tutte parole dedicate al 13 di novembre giornata mondiale della gentilezza, sono parole di cui abbiamo bisogno di riappropriarci – sottolinea Alice Branzanti, Presidente Terziario Donna Confcommercio provincia di Ravenna. Questi quasi due anni di pandemia ci hanno insegnato che la gentilezza è fondamentale nei rapporti con le persone, la tolleranza che spesso manca è quell’elemento che ci porta al massimo della gentilezza verso chi ha un pensiero diverso dal nostro. Un piccolo gesto di attenzione quotidiano, è quel particolare che farà in modo che un cliente si ricordi di noi, della nostra attenzione nei suoi confronti.

Noi gruppo Terziario Donna Confcommercio siamo fermamente convinte che la gentilezza sia la strada della risoluzione di molto conflitti, come ci diciamo sempre la gentilezza salverà il mondo, essere gentili è un gesto che spesso intendiamo verso altre persone, ma senza renderci conto che in primis stiamo facendo un gesto di gentilezza verso noi stessi. Con questo progetto vogliamo condividere con la città un piccolo momento di gentilezza e ricordarci tutti insieme che come diceva Platone “Ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai nulla. Sii gentile. Sempre!”

 

CHE COS’E’ LA GIORNATA DELLA GENTILEZZA

Da circa 20 anni il 13 novembre le persone sono incoraggiate a fare la propria, personale dichiarazione di gentilezza: regalando libri, cibo o vestiti agli altri membri della comunità.

La gentilezza sta infatti nei piccoli gesti, in quel modo di essere e relazionarsi con gli altri con la massima umanità. La Giornata mondiale della gentilezza è una ricorrenza nata dall’iniziativa di gruppi umanitari e dalla loro Dichiarazione della gentilezza risalente al 13 novembre 1997, ricorrenza osservata dal 1998 da Canada, Giappone (dove l’iniziativa è nata), Australia, Nigeria, Emirati Arabi Uniti, dal 2009 da Italia, India e Singapore e dal 2010 da Gran Bretagna.

Una giornata non cambia gli stili di vita è chiaro, ma ha il valore di accendere una luce per riflettere sull’importanza della gentilezza e sul circolo virtuoso che innesca. Compiere un atto gentile ci rende, infatti, più felici. Chi è felice tende poi a sua volta a essere gentile con gli altri. Dire grazie, prego, scusa, per favore va infatti al di là della buona educazione per diventare atteggiamento e modo di essere.

La Giornata della gentilezza si festeggia in modi diversi in tutto il mondo. Alcuni organizzano flash mob, altri partecipano invece ad eventi caritatevoli.

Ma che cos’è la gentilezza? Innanzitutto, è cortesia, buona educazione, buone maniere. Dire grazie, per favore, prego, scusa. Ma non basta. Gentilezza è anche essere una brava persona: altruista, generosa e disponibile con gli altri, in modo disinteressato. La gentilezza fa bene non solo a chi la riceve, ma soprattutto a chi la fa. Per riflesso sicuramente, ma anche per appagamento del senso del dovere.

Per di più fa bene anche al cuore, perché rende sereni e rilassati.