“I numeri e la votazione in seno alla Commissione UE che modifica la Convenzione di Berna declassando “la protezione del lupo da rigorosa a semplice” sembrano confermare che il lupo ormai, non è più in pericolo. “A rischio di scomparsa, alla luce anche delle conseguenze dei ripetuti eventi meteoclimatici estremi – afferma Coldiretti Ravenna – è piuttosto la presenza dell’uomo e di quell’agricoltura di montagna e alta collina che, oltre a rappresentare il fulcro dell’economia di questi luoghi evitandone lo spopolamento, è garanzia di cura del paesaggio e tutela della biodiversità”.

“Ora – afferma il Direttore di Coldiretti Ravenna, Assuero Zampini – serve responsabilità nella difesa degli allevamenti e del lavoro degli allevatori che con coraggio continuano a presidiare le montagne, garantendo la bellezza e sicurezza del territorio ed evitando la scomparsa di razze simbolo del nostro patrimonio di biodiversità, a tal fine – aggiunge – è indispensabile aprire subito un confronto serio con tutti gli organi preposti per capire come intervenire a tutela di pastori e allevatori, perché senza i pascoli le montagne muoiono, l’ambiente si degrada e frane e alluvioni minacciano le città”.

Gli Stati membri Ue, nella riunione del Coreper del 25 settembre 2024, hanno dato il via libera all’inserimento del lupo nell’allegato III della Convenzione di Berna, per garantire più flessibilità e permettere di affrontare i casi più difficili di coesistenza tra lupi e comunità negli Stati che ne hanno necessità.

La proposta di modifica dello ‘status’ del lupo è stata avanzata dalla Commissione europea a dicembre 2023 e durante la votazione solo due Stati membri, Spagna e Irlanda, hanno votato contro la proposta mentre quattro sono state le astensioni (Cipro, Slovenia, Malta e Belgio). Dal momento che la Convenzione di Berna è attuata mediante direttiva, resta salva la possibilità per gli Stati membri di mantenere una disciplina più forte per la riduzione dello status di protezione del lupo come previsto dalla Convenzione di Berna.

In Italia si è registrato un forte aumento da nord a sud della popolazione di lupi, stimata dall’Ispra nell’ambito del progetto Life WolfAlps EU intorno ai 3.300 esemplari, 950 nelle regioni alpine e quasi 2.400 lungo il resto della penisola mentre il numero di pecore è diminuito di circa il 10% negli ultimi cinque anni secondo l’analisi della Coldiretti e a rischio estinzione c’è una zootecnia sostenibile e di qualità fatta di piccoli e medi allevamenti biologici, con animali allo stato brado, pascoli secolari che hanno consentito di evitare l’estinzione di razze storiche e autoctone come la mora romagnola e la bovina romagnola.”