Roberto Masotti respirava l’aria che respiravano i suoi soggetti. Era loro contemporaneo; presente dove e quando la musica accadeva o stava per accadere, perché la macchina fotografica non era il solo strumento di cui si armava nelle sue esplorazioni – adoperava in egual misura lungimiranza, passione e partecipazione. L’appuntamento che lo ricorda al Teatro Alighieri di Ravenna, sua città natale, non può allora che essere, a tutti gli effetti, un incontro: domenica 20 novembre, dalle 18 a mezzanotte, Terre incognite. Concerto per Roberto è uno spazio dove si incrociano e sovrappongono le traiettorie di oltre 30 artisti che Roberto Masotti ha conosciuto, ascoltato, ritratto. Le sei ore di concerto sono precedute, alle 17, da un altro appuntamento in ricordo dello straordinario “fotografo della musica” scomparso lo scorso aprile: nella Sala Corelli del Teatro il musicologo e storico dei media Veniero Rizzardi presenta la riedizione – promossa da Fondazione Ravenna Manifestazioni con seipersei editore – del libro fotografico You Tourned the Tables on Me, centoquindici musicisti ritratti tra il 1974 e il 1981 con la complicità di un tavolino rotondo. La presentazione del volume, che include un saggio del filosofo della musica Daniel Charles, è a ingresso libero. Il biglietto del concerto, a cui sarà possibile accedere in qualsiasi momento della serata, è 10 Euro; l’incasso sarà devoluto ad AIL Associazione Italiana contro le Leucemie-linfomi e mieloma.
Trovato e acquistato in un assolato pomeriggio di maggio del 1974 presso un campo rom alla periferia di Milano: così il tavolino è entrato nella vita di Roberto Masotti. Lo raccontava lui stesso nella prefazione scritta per You Tourned the Tables on Me, volume pressoché irreperibile prima di questa riedizione. Il tavolino, scriveva Masotti: “è stato usato, incidentalmente, per la prima volta come attrezzo di scena mentre facevo un ritratto a Juan Hidalgo, artista Fluxus (…). Da qui è nata l’idea di eseguire una serie di ritratti di musicisti in cui fosse presente il tavolino. Ogni personaggio coinvolto, per prima cosa prendeva visione di tutte le immagini precedentemente selezionate, decidendo poi liberamente come agire e di quali altri oggetti eventualmente circondarsi”. E il titolo del libro? Farà parte dell’arazzo musicale del concerto: quel titolo riprendeva infatti quello di una canzone del 1936 di un musical di Broadway, più tardi interpretata da Billie Holiday ed Ella Fitzgerald, e vi incastonava un errore consapevole, da attribuire “alla forma rotonda (‘round’) del tavolino, ma potrebbe anche riferirsi al viaggiare (‘tour’)”.
Proprio come il tavolino ha errato per diversi Paesi europei, così Roberto Masotti ha saputo mescolarsi ai nomadi del suono in un continuo attraversamento di frontiere, esplorando – per l’appunto – le terre incognite della musica. E facendosi testimone di una meravigliosa stagione di creatività, in parte intrecciata anche alla storia musicale di Ravenna – a quei capitoli jazz scritti alla Rocca Brancaleone. Così, se il co-protagonista degli scatti sarà esposto nella Sala Corelli in occasione della presentazione del libro, il pubblico chiamato a raccolta dal suono del corno sotto il colonnato sarà accolto da due riproduzioni del tavolino. Originariamente create per uno spettacolo, saranno le colonne d’Ercole oltre il quale si aprirà l’oceano musicale che Masotti ha navigato. Dal jazz d’avanguardia al sound ECM, etichetta discografica alla quale è stato legato da una collaborazione ultradecennale, alle tante altre musiche di oggi, incluse il minimalismo e la sperimentazione elettronica, passando per le contaminazioni fra suoni e l’evocazione dei paesaggi naturali al centro di tante sue fotografie. Né mancheranno testimonianze della sua attività nella videoarte e nella scrittura, anche poetica, quest’ultima poco nota al pubblico.
Il jazz internazionale sarà rappresentato, innanzi tutto, da Don Moye, batterista e percussionista del glorioso Art Ensemble of Chicago, che Roberto fotografò innumerevoli volte dal 1974 in avanti. Il musicista statunitense, attualmente residente a Marsiglia, sarà coadiuvato nell’occasione dal trombonista e pianista Simon Sieger e dal trombettista Christophe Leloil. Dall’Inghilterra arriva il pianista Alexander Hawkins, presenza consolidata sulle scene del jazz europeo, in coppia con il sassofonista soprano Roberto Ottaviano, sullo sfondo delle note magistrali di Charles Mingus.
Sempre dal versante del jazz, o meglio della musica improvvisata più radicale, provengono il sassofonista milanese Massimo Falascone con la TAI No-Orchestra (Roberto Del Piano al basso elettrico e Filippo Monico alla batteria), formazione della quale Roberto, attraverso i suoi contributi video, si considerava parte integrante. E ancora: il trombettista Guido Mazzon, storico esponente del jazz italiano degli anni Settanta che si esibirà in duo con la clarinettista Maria Sacchi; la contrabbassista Silvia Bolognesi, collaboratrice di diversi artisti internazionali, tra cui lo stesso Art Ensemble of Chicago; il cornista di origini scozzesi, suonatore anche del corno delle alpi, Martin Mayes, già componente della Italian Instabile Orchestra e collaboratore, tra gli altri, di Cecil Taylor; il violoncellista Paolo Damiani, figura centrale del jazz italiano che si proporrà in coppia con il pianista Massimo Giuseppe Bianchi; il flautista Fabio Mina, anche manipolatore di suoni elettronici; il contrabbassista Andrea Grossi che, coadiuvato dal sassofonista Manuel Caliumi, dal chitarrista Michele Bonifati e dalla vocalist Beatrice Arrigoni, proporrà estratti dal recentissimo album Songs and Poems, su testi poetici di Emily Dickinson e di E.E. Cummings.
Ad ambiti sonori difficilmente etichettabili, in equilibrio tra improvvisazione e composizione, appartiene il trombonista Giancarlo Schiaffini, cofondatore insieme a Mario Schiano del Gruppo Romano Free Jazz e componente del Gruppo di Improvvisazione Nuova Consonanza, nonché assiduo collaboratore di Luigi Nono. Come lo sono anche l’americano Alvin Curran, già protagonista della cruciale esperienza collettiva di Musica Elettronica Viva, e il violoncellista Walter Prati, accomunati dall’esplorazione di mondi sonori elettroacustici.
Ai percussionisti del gruppo Ars Ludi (Antonio Caggiano, Rodolfo Rossi, Gianluca Ruggeri), con un estratto da Drumming di Steve Reich, a Giovanni Sollima col suo violoncello e a Luigi Ceccarelli, autore delle musiche dell’installazione di Roberto Masotti e Silvia Lelli Bianco Nero Piano Forte (realizzata per Ravenna Festival 2009 alla Biblioteca Classense e riallestita a Milano nel 2019 a Palazzo Reale), sarà dato compito di testimoniare musiche che dall’accademismo si sono spinte verso quelle “terre incognite” tanto amate e inseguite da Roberto. Terre battute anche dal gruppo simbolo di una ricerca che negli anni Settanta sposava rock, jazz, elettronica, ritmi e profumi d’Oriente e altro ancora: gli Area. Ad eseguire alcuni loro brani saranno Patrizio Fariselli, tastierista degli stessi Area, e suo fratello Stefano ai sassofoni.
Infine, un extract da Carte da musica, opera da camera scritta nel 2019 secondo i canoni della pittografia musicale da Luigi Esposito su testi poetici, quasi haiku, di Roberto Masotti e interpretata dalla cantante e attrice Monica Benvenuti e dallo stesso autore al pianoforte. Grazie all’apporto di Gianluca Lo Presti, le immagini video create e selezionate da Masotti torneranno a interagire con la musica così come era avvenuto in tanti concerti e performance in cui suono e visione si fondevano e confondevano per disegnare inediti paesaggi per l’occhio e per l’orecchio. Così come lo sono le fotografie di un vero artista a tutto campo.
Costretto ad annullare gli impegni di queste settimane per ragioni di salute, non potrà invece essere presente Enrico Rava, che aveva da subito accolto con entusiasmo l’invito al concerto – avrebbe dovuto esibirsi con il quartetto composto da Francesco Diodati, Gabriele Evangelista ed Enrico Morello.