Ultimo appuntamento, martedì 28 febbraio alle ore 21, con gli spettacoli della rassegna Teatri d’Inverno – sguardi sulla drammaturgia contemporanea programmati al Teatro Goldoni di Bagnacavallo. Ad andare in scena sarà il Centro Teatrale Mamimò con Stelle nere, una pièce scritta e diretta da Fabio Banfo, che ne è anche interprete insieme a Cecilia Di Donato e Umberto Petrarca.
Lo spettacolo è ispirato alla storia di Osvaldo Valenti e Luisa Ferida, una coppia di famosi attori del cinema italiano degli anni ’30, che ha continuato a girare film per la Repubblica di Salò, fino al 1944, mentre l’Italia era nel pieno dell’occupazione nazista e della guerra di liberazione. La loro vicenda si intreccia con quella della Banda Koch, feroci cacciatori di prigionieri politici, che nelle celle segrete della famigerata Villa Triste di Milano, torturarono e uccisero decine e decine di vittime, mentre ai piani alti si consumavano feste e orge a base di alcol e cocaina. Osvaldo e Luisa pagheranno un prezzo altissimo per aver frequentato quel luogo e, con il loro destino, andrà perduto anche il loro ultimo film, quasi che l’arte, insieme agli uomini si sia voluta vendicare della loro complicità con il Male, cancellandoli.
“La vicenda narrata si svolge nell’arco di un’intera notte che i due attori passano a Villa Triste. Inizialmente assistiamo alle schermaglie tipiche di una coppia di attori, ma mano a mano che l’azione procede la tensione tra di loro aumenta, così come aumenta la sensazione che nonostante la collaborazione di Osvaldo Valenti con la Banda Koch, la loro presenza in quel luogo di torture li esponga ad un grande pericolo. Luisa vorrebbe andarsene, Osvaldo è però ormai invischiato nei traffici con Pietro Koch, che forse hanno anche a che vedere con la cocaina di cui tutti sono consumatori abituali. La presenza dei detenuti nelle cantine, e le torture cui vengono brutalmente sottoposti, rimangono sullo sfondo, nel non detto, creando un paradosso tra le chiacchiere da salotto intorno al cinema e l’arte, e l’esistenza di un vero e proprio mattatoio nelle stanze attigue. Sarà proprio la figura sinistra di Pietro Koch, vera incarnazione del male assoluto, freddo ed indifferente, a far piano piano emergere la violenza sottaciuta, e a mettere i protagonisti di fronte alle loro responsabilità e alle loro colpe, reali ed immaginarie.”