“L’idea lanciata da Forza Italia, attraverso la proposta avanzata dalla collega deputata Erica Mazzetti, è creare la figura del partenariato pubblico-privato, che è stata introdotta nel nuovo codice degli appalti, come metodo per evitare di dover andare in gara.
In questo modo non si tratterebbe più di una semplice ‘concessione’ che lo stato affida ad un soggetto ma di una vera e propria collaborazione all’interno della quale gli operatori si impegnino a realizzare opere d’interesse pubblico per la comunità, come ad esempio quelle che sono necessarie alla tutela ed alla sostenibilità ambientale.

In fin dei conti – continua Tassinari – si tratta di prendere atto di una condizione che già esiste perché i nostri stabilimenti balneari sono già in prima linea nella difesa e nella valorizzazione del patrimonio naturale che stanno gestendo; questo è vero a maggior ragione per le spiagge della riviera romagnola che sono meta ambita da molti turisti proprio per il livello di servizi e di attenzione che viene sviluppato ogni giorno dai nostri bagnini.

C’è anche un aspetto in più – aggiunge Rosaria Tassinari – e cioè che un elemento che ha un peso fondamentale nella scelta da parte dei turisti è appunto nella competenza, nella capacità e nella cura che impiegano gli operatori degli stabilimenti balneari. Questo è un valore che non incide solo sul successo del singolo stabilimento ma di tutto il territorio: voglio dire che pensare che mettendo in gara l’utilizzo di un pezzo di spiaggia immaginando che poi l’offerta turistica non cambi, significa non conoscere il reale funzionamento del nostro turismo.

Se la stessa spiaggia venisse gestita, anziché dai nostri bagnini, da aziende prive del know-how, dell’esperienza e della competenza guadagnate in tanti anni di esperienza, i turisti diminuirebbero e questo comporterebbe un danno – anche economico – al territorio ben superiore dell’ipotetico aumento del canone riscosso dallo stato.

I nostri bagnini sono spesso un ufficio turistico diffuso per il nostro territorio, svolgono una funzione che va al di là del loro semplice lavoro e per questo credo che un partenariato pubblico privato sia non tanto un modo per ‘aggirare’ le gare ma piuttosto un giusto riconoscimento dello stato dei fatti”.