I partiti che hanno dato origine a Ravenna In Comune oggi si collocano in posizioni diverse soprattutto per quanto riguarda le alleanze elettorali, come abbiamo visto nelle recenti elezioni regionali e comunali. RiC è stata ed è comunque una realtà politica non riconducibile solo alla alleanza tra partiti. La sua caratteristica di essere contemporaneamente una lista civica ed un accordo tra partiti nelle elezioni del 2016 è stata un punto di forza. I partiti fecero un passo indietro e lo hanno fatto in tutti questi anni di legislatura.
Nel 2021 non si è quindi stati nelle condizioni di ripartire dai partiti, l’unico possibile scenario per salvare l’esperienza di Ravenna In Comune sarebbe stato quello di ripartire da chi in questi anni c’è stato ed ha lavorato, senza spaccature, anche in tornate elettorali che hanno i nostri aderenti ai partiti collocati su fronti diversi.
Due erano i punti fondanti di RiC nel 2016: unitarietà della sinistra e opposizione al PD. Se si fosse ripartiti da questi e discusso solo di questi, in questa fase, già ad ottobre l’unica prospettiva sarebbe stata sicuramente di non trovare un accordo unitario che consentisse di proseguire l’esperienza di RiC.
Tra ottobre, in cui in assemblea aprimmo la discussione proprio con questa riflessione, e oggi si è cercato di percorrere questa strada. In assemblea avevamo prospettato due scenari in previsione delle prossime elezioni comunali. Scenari che dipendevano, però, anche dalle scelte dei partiti di cui comunque molte delle persone che si riconoscono in RiC fanno parte, scelte che non sono solo su scala locale. Il primo scenario prospettato fu quello di non presentarsi come RiC alle prossime elezioni e chiudere l’esperienza unitaria, perlomeno come lista elettorale (salvaguardando l’esperienza come associazione culturale-politica di confronto di tutte le anime della sinistra ravennate). L’altro scenario proposto fu quello di rilanciare RiC, ripartendo dall’assemblea formalmente determinata, dai consiglieri e da chi comunque si riconosce e si è sempre riconosciuto in RiC.
Questo ultima proposta e tentativo è stato portato avanti in questi mesi: si è costituita un’assemblea legittimata di RiC, raccogliendo le adesioni di tutte le persone interessate a continuare o ad aderire a RiC con diritto di voto. In questa fase nessun partito si è formalmente iscritto e ha formalmente aderito a RiC pur avendone possibilità statutaria. Ogni partito ha individuato, però, un referente (o più) che in questi mesi ha ampiamente dialogato con i referenti politici Sutter e Manzoli ponendo di volta in volta le proprie richieste, rimostranze o le proprie condizioni minime per aderire ad un progetto comune.
Rispetto al cronoprogramma ipotizzato e proposto in assemblea siamo quindi nella fase in cui l’assemblea stessa avrebbe dovuto decidere, prima di tutto, se ci fossero le condizioni affinché RIC si potesse presentare alle prossime elezioni. Nelle ultime due assemblee sono emersi contrasti aspri e posizioni ampiamente inconciliabili.
L’assemblea di Ravenna In Comune ieri sera, e nessuno di noi due, ha visto, concordato, approvato né il testo né il titolo, né l’invio del comunicato fatto pervenire alla stampa questa mattina, comunicato che non rispecchia le diverse anime oggettivamente presenti nella nostra lista e associazione.
Lo spostamento a ottobre delle elezioni comunali ci ha messo in condizione di tentare fino ad oggi di salvare l’esperienza “Ravenna In Comune” ma crediamo sia giusto lasciare a ciascun partito, movimento, singola socia o singolo socio, la libertà di poter fare le proprie scelte e i propri percorsi politici, essendo venuti a mancare tutti i minimi requisiti per il nostro progetto unitario.