L’Amministrazione comunale ha creato una zona sicura temporanea nella zona sud della spiaggia di Cervia, in un’area non attrezzata, dove è stato rinvenuto un nido di specie protetta e a rischio estinzione di Charadrius alexandrinus (fratino).
Nelle scorse ore si sono schiuse le uova e sono nati tre pulcini.
Il provvedimento è stato preso per permettere in completa sicurezza l’accrescimento dei pulcini e il loro involo (circa 28 giorni dopo la schiusa delle uova), così che possano essere al sicuro dai pericoli.
Il nido è stato segnalato da una villeggiante che ha contattato la “Rete di Associazioni Salviamo il fratino della costa ravennate” e provveduto lei stessa, su indicazioni della Rete, a mettere in sicurezza il nido.
Il provvedimento dell’Amministrazione comunale è stato preso proprio su richiesta e in collaborazione con la “Rete di Associazioni Salviamo il fratino della costa ravennate”, che con l’aiuto di volontari sta presidiando la zona e interviene con specifiche azioni di tutela.
“Con l’auspicio che i piccoli pulcini appena nati nella zona sud della nostra riviera possano involarsi, si invitano tutti i cittadini a prestare la massima attenzione, in particolare coloro che si recano in spiaggia con i loro amici a quattro zampe negli orari consentiti (dalle 6 alle 8 e dalle 21 alle 24), a tenerli rigorosamente al guinzaglio (non estensibile), sempre prestando la massima attenzione”.
I pulcini sono grandi come una noce e per 28 giorni non volano, ma vagano sulla spiaggia sorvegliati dal genitore per alimentarsi, esposti quindi a moltissimi rischi. I pulcini sono stati già inanellati dall’Associazione Ornitologi dell’Emilia-Romagna – AsOER per conto dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale – ISPRA.
Come detto, il fratino è una specie a rischio estinzione e particolarmente protetta: in Emilia-Romagna nel 2000 erano registrate 200 coppie, mentre oggi se ne contano circa 40.
La specie è tutelata dalla Direttiva comunitaria 2009/147 (ex 79/409) sulla “Conservazione degli uccelli selvatici” dove è riportata dal 2005 nell’allegato I come “specie di interesse comunitario”.