“Ceramics Now” la mostra che ha celebrato gli 80 anni di vita del Premio Faenza, ha chiuso i battenti aggiudicandosi un grande successo sia di pubblico che di consenso. Sono 15mila gli ingressi registrati dal 30 giugno al 14 ottobre, oltre trecento le segnalazioni sulla stampa nazionale e internazionale, entusiasti i commenti dei visitatori, moltissimi gli ingressi stranieri e dieci le opere acquisite per un valore totale ammontabile a circa un milione e mezzo di euro.
La mostra, che ha portato a simposio a Faenza i più importanti artisti contemporanei che lavorano con la ceramica, ha ricollocato il Museo delle Ceramiche e la città di Faenza al centro del dibattitto internazionale dell’arte e della ceramica riportando il focus su un livello alto della ceramica contemporanea. In questi anni, in cui le biennali d’arte contemporanea nascono e muoiono con molta facilità, la longevità del Premio Faenza è significativa e il successo di questa edizione è la conferma che il Concorso è ancora al centro delle rotte d’arte contemporanee internazionali.
Fin dagli inizi, dal 1938, il concorso è stato importantissimo per l’aggiornamento delle collezioni contemporanee del MIC. Opere in mostra al MIC come quelle di Lucio Fontana, Leoncillo Leonardi, Angelo Biancini, Guido Gambone, Pietro Melandri, Carlo Zauli, Fausto Melotti, Mario Ceroli, Eduard Chapallaz, Sueharu Fukami – che hanno fatto non solo la storia della ceramica del XX secolo, ma anche quella della scultura e della pittura – sono entrate a fare parte delle nostre collezioni come donazioni dopo la mostra del Concorso.
E anche grazie a questa 60esima edizione ben dieci opere presenti in mostra – grazie alla generosa donazione dei loro autori (Fernando Casasempere, Alessandro Gallo, Efrat Eyal, Satoru Hoshino, Tsubasa Kato, Johannes Nagel, Eva Pelechova, Kathy Ruttenberg, Johan Tahon, Antonio Violetta) – rimarranno al MIC ed entreranno a fare parte del percorso di visita permanente del museo.
“Inutile nascondere la soddisfazione per questo risultato eccezionale che premia tre anni di lungo lavoro assieme a curatori internazionali. – spiega la direttrice del MIC Claudia Casali – Questa mostra ha avuto il merito di riportare Faenza e il suo prestigioso Museo al centro della riflessione contemporanea, con protagonisti assoluti che raramente partecipano a competizioni. Le tante significative donazioni di pezzi esposti vanno ad accentuare il valore del progetto proposto. Il MIC è luogo considerato di primaria importanza nel panorama internazionale, questa apertura alla contemporaneità ne sottolinea ancora di più la rilevanza in un’ottica di valore critico fondamentale. Le opere donate saranno subito esposte nella Collezione permanente, quale riconoscimento alla generosità degli artisti”.