Dopo il tragico incidente di Bologna e l’esplosione che hanno causato un morto, quasi 150 feriti e danni da decine di migliaia di euro, in Provincia è iniziato il dibattito riguardo la sicurezza dei trasporti, in particolare di merci pericolose, in tutto il territorio ravennate. Pur evitando forzati accostamenti fra il disastro avvenuto nell’autostrada del capoluogo emiliano e il sistema infrastrutturale di Ravenna e della provincia, la condizione dell’asfalto, la concezione delle strade e il loro dislocamento all’interno delle aree urbane stanno portando diversi consiglieri ad una riflessione sulla sicurezza stradale. In questi giorni dopo il disastro bolognese, l’attenzione si sta focalizzando sulle arterie dove il traffico è quotidianamente più intenso. È il caso per esempio della provinciale che collega Cesena a Cervia, della provinciale Faenza-Bagnacavallo e del suo prolungamento urbano all’interno dell’area industriale manfreda, costantemente intasata durante le ore di punta, all’ingresso e all’uscita dal posto di lavoro. O ancora, la Felisio, fra i territori della Bassa Romagna e della Romagna Faentina. Le strade che però maggiormente riflettono il problema della sicurezza stradale sono la Ravegnana, l’Adriatica e la Romea.
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