“Un’operazione commerciale pericolosa nell’ambito di un territorio densamente popolato” “Un esperimento sulla pelle dei cittadini”. Andrea Bertani (Movimento 5 stelle) descrive così il progetto di ampliamento della capacità di stoccaggio di gas metano “San Potito e Cotignola” che interessa i territori di Lugo, Bagnacavallo, Cotignola, Faenza, Solarolo e Castelbolognese. “Il progetto di Edison Stoccaggio che prevederebbe l’esecuzione di prove di iniezione nei pozzi mediante superamento della pressione statica di fondo sarebbe”, secondo il consigliere regionale, “estremamente pericoloso poiché non terrebbe conto della fragilità del territorio a forte subsidenza e a rischio idrogeologico e sismico”. Sarebbero state proprio le faglie attive del sottosuolo ad aver causato il disastroso terremoto del 1688, ricorda Bertani nell’interpellanza presentata alla Giunta di Viale Aldo Moro, dove sostiene che Edison non abbia affrontato il problema nei suoi studi preliminari.
“L’attività di stoccaggio di idrocarburi e più in specifico lo stoccaggio sotterraneo di metano in giacimenti esauriti – già in condizioni normali, senza interventi di sovrapressione- rientra tra quelle a rischio di incidente” ed oltretutto, “la nostra regione ospita già cinque concessioni di stoccaggio di gas metano”.
Il progetto di Edison Spa – che “non tiene conto degli studi scientifici sulla sismicità indotta dai pompaggi di fluidi ad alta pressione nel sottosuolo” dovrebbe essere escluso dalla procedure di Via (Valutazione impatto ambientale). Già diversi dubbi sono stati sollevati dal servizio Valutazione impatto e promozione sostenibilità ambientale della Regione e dai Comuni delle zone interessate. La società Edison sarebbe l’unica a beneficiarne dal punto di vista economico” rimarca il consigliere.
Per questo, la Giunta regionale dovrebbe anticipare, già in questa fase, tutta la contrarietà di fronte a questa “operazione commerciale rischiosa nell’ambito di un territorio densamente popolato”, coordinandosi sempre con gli altri enti locali interessati ad un’azione comune di contrasto a tali politiche di sfruttamento antropico”.