Il 28 gennaio scorso, Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista per Ravenna, ha rivolto al nostro sindaco un’interrogazione urgente sul personale anti-covid posto agli ingressi degli ospedali e delle strutture sanitarie pubbliche pagato 4,70 euro l’ora. Una prima risposta giunta dal direttore generale dell’AUSL Romagna Carradori, attesta che l’azienda, aderendo ad una convenzione dell’agenzia regionale Intercenter, ha applicato, come d’obbligo, in materia di portierato e servizi ausiliari, un contratto nazionale di lavoro sottoscritto dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative” afferma Alvaro Ancisi, Capogruppo di Lista per Ravenna.
“Non sottraendosi però alla domanda di Ancisi sull’opportunità di “rappresentare in sede regionale l’inadeguatezza di un sistema di appalti pubblici che produce mal trattamenti dei lavoratori come questo, al limite dell’abuso”, Carradori ha riconosciuto come si possa “portare all’attenzione dei soggetti istituzionali competenti presso il livello regionale piuttosto che locale, la necessità di prendere in seria considerazione, nella predisposizione dei bandi di gara per appalti ad alto impiego di manodopera, la circostanza che, a fronte della riscontrata deprecabile presenza, ancorché in settori limitati, di Contratti nazionali di lavoro che stabiliscono trattamenti economici al limite della soglia di povertà, la progettazione dell’appalto sia maggiormente improntata ed orientata a privilegiare…elementi che, sotto il profilo del merito tecnico-qualitativo, rafforzino e valorizzino non solo la tutela dei livelli occupazionali, ma anche il diritto del lavoratore a percepire una retribuzione ‘proporzionata ed adeguata alla quantità e qualità del suo lavoro ed in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa’ (art. 36 della Costituzione)”. Ben detto, Lista per Ravenna lo prende come un impegno che le autorità politiche devono assolvere” dichiara Ancisi.
“Rileviamo tuttavia come, oltre al fatto che 4,70 euro l’ora non sono dignitosi neppure per il lavoro più umile e ordinario, si sia sottovalutato, nel caso in questione, che i compiti e le responsabilità del personale incaricato di accogliere i cittadini in entrata alle strutture ospedaliere/sanitarie (disciplinarne e orientarne gli accessi, applicando loro le misure di prevenzione e diffusione dell’infezione da covid) non sono paragonabili a quelle di un semplice portiere o di un addetto alle pulizie, per non dire dei rischi per la salute” prosegue Ancisi.
Tornando dunque al caso d’oggi, e rispondendo alla richiesta di Ancisi “di disporre che per nessuna esigenza del genere si ricorra a personale somministrato, tramite simili inter-mediazioni, come un pacco, non come persona con dignità di lavoratore o lavoratrice a tempo pieno”, Carradori ha parlato del “percorso intrapreso da parte dell’Azienda USL della Romagna, che ha portato a valorizzare aspetti correlati ad una maggiore qualificazione, sul piano prestazionale, del ruolo svolto dagli addetti al servizio in contesto, con ricadute positive anche in termini di adeguamento dei relativi emolumenti stipendiali”. Si tratta della decisione di portare la paga oraria dei cosiddetti steward (hostess, in verità, se donne) addetti agli ingressi ospedalieri/sanitari da 4,70 a 6,30 euro.
“La risposta è del 29 gennaio, quando si riteneva in via di conclusione, al riguardo, la trattativa sindacale, la quale però è stata interrotta il 2 febbraio. È il minimo del minimo. Fate presto, si può solo dire, Mancano le risposte del Comune su fattispecie del genere all’interno dei suoi servizi. Siccome ne esistono, avremo modo di parlarne” conclude Ancisi.