Si è riunito venerdì scorso il Tavolo Verde di Ravenna, deliberando il cambio del testimone al coordinamento: facendo succedere ad Andrea Betti, presidente di Confagricoltura Ravenna, Stefano Patrizi, responsabile del settore agroalimentare di Legacoop Romagna. Il Tavolo Verde è il soggetto che storicamente coordina le politiche condivise tra le associazioni delle imprese agricole della Provincia di Ravenna: ne fanno parte Coldiretti Ravenna, CIA Romagna, Confagricoltura Ravenna, Copagri Ravenna, Terra Viva Cisl Emilia-Romagna, Legacoop Romagna, Confcooperative Romagna, AGCI Emilia-Romagna.
Durante l’incontro è emersa estrema preoccupazione per le condizioni del territorio a seguito delle catastrofiche alluvioni, nella consapevolezza che il settore agricolo è quello indiscutibilmente più colpito.
Condividendo e sostenendo l’impostazione della Regione Emilia-Romagna, i membri del Tavolo Verde hanno quindi espresso unanimemente la necessità di addivenire in tempi rapidissimi ad un provvedimento legislativo ad hoc per il ripristino dei danni e la ricostruzione, sufficientemente e realmente capiente per ristorare la colossale devastazione del territorio e delle sue aziende agricole, senza creare discriminazioni tra le varie tipologie di aziende.
Le risorse individuate nel primo, pur importante, decreto del Governo sono largamente insufficienti. A tal fine sarà indispensabile anche attivare i Fondi di Solidarietà europei.
Di estrema urgenza quindi l’individuazione di un Commissario per l’alluvione per dare immediata operatività alla ricostruzione.
Il Tavolo Verde di Ravenna ha espresso inoltre grande apprezzamento per l’incredibile lavoro svolto in quei terribili giorni da Prefettura, Protezione Civile, Vigili del Fuoco, Esercito, Forze dell’Ordine, Consorzi di Bonifica, Comuni, Province e Regione, nonché da tutti i volontari e soggetti, anche esterni alle aree colpite, che a vario titolo con la loro solidarietà hanno dato un contributo determinante nel limitare i danni.
Occorre un grande progetto complessivo: facendo tesoro della terribile lezione ricevuta con l’alluvione, per la ristrutturazione e la sicurezza del territorio, in grado di affrontare immediatamente capitoli che rischiano di far cambiare volto definitivamente alla Romagna: tra cui la devastazione infrastrutturale della collina, il controllo del ciclo idrico nel contesto del cambio climatico, l’esistenza stessa della tipica agricoltura romagnola, la cui ricchezza deriva dalla diversificazione e dalla forte presenza di colture ad alta intensità di investimento come i frutteti.
L’alluvione ha determinato, oltre alla perdita irreparabile di vite umane, un’enorme perdita diffusa di patrimonio pubblico e privato: senza un intervento pubblico adeguato difficilmente si potrà recuperare la produttività del settore agroalimentare e rendere il territorio adeguatamente resiliente per il futuro.
Non è il tempo delle polemiche, ma della massima operatività e unità istituzionale.