“Per ricostruire il Paese si parta dalle sue fragilità: il territorio, la scuola, le infrastrutture. Sono le priorità da cui non si può prescindere in questa fase di ripresa e per le quali chiediamo al Governo di destinare parte delle risorse che l’Unione Europea indirizzerà agli investimenti. Le Province hanno pronti progetti per 4 miliardi che possono essere realizzati tra il 2021 e il 2022: 3.000 cantieri per far ripartire l’economia in tutto il Paese e costruire scuole come centri d’eccellenza e strade e ponti per una nuova mobilità. Risorse che vanno ricavate in un quadro più ampio, da destinare a tutta la viabilità strategica per lo sviluppo, dalle strade ai porti all’alta velocità, e all’edilizia scolastica da 0 a 18 anni”.
Queste le proposte che il Presidente dell’UPI Michele de Pascale, insieme alla delegazione delle Province, avanzerà al Presidente Conte nel tardo pomeriggio ai lavori degli Stati Generali dell’Economia.
Assegnare una quota ampia delle risorse per gli investimenti alle Province, che insieme a Comuni e Città metropolitane nel 2019 hanno rappresentato il 30% degli investimenti totali del Paese, e ripensare al contempo lo sviluppo industriale, in modo che ci sia un legame saldo con i territori “Dobbiamo costruire centri di competenza provinciali – spiega de Pascale – capaci di progettare le opere sia a livello locale che nazionale, e ripensare i distretti industriali in modo che siano fortemente legati al territorio. Proponiamo di affidare alle Province e alle Città metropolitane il coordinamento di Piani Territoriali di Sviluppo Sostenibile, affinché, con il coinvolgimento di Comuni, Prefetture, Camere di commercio e parti sociali, si possa programmare lo sviluppo e assicurare un raccordo saldo con Regione, Stato ed Unione Europea. Questo permetterebbe al Governo di potere disporre di 100 piani di rilancio industriale, fortemente legati al territorio, sostenuti da tutti gli attori interessati e quindi di impatto immediato”
“Al Governo Conte chiediamo però anche un impegno deciso sul quadro istituzionale del Paese, perché se l’Ue può fornirci le risorse necessarie, l’Italia deve assicurare un sistema capace di amministrare al meglio i territori. Occorre che il Governo risolva tutte le criticità correlate alla legge 56/14 che ha fortemente limitato la capacità delle Province e delle Città metropolitane di amministrare con efficacia, per tornare a garantire la piena funzionalità a tutte le istituzioni della Repubblica”.