Il Consiglio della Consulta del Volontariato si è dimesso al completo, e a mio parere emergono subito due aggravanti: la prima che non si conoscono le ragioni di un atto così grave poiché è avvolto da un silenzio assordante, la seconda consiste nel fatto che tali dimissioni avvengono, appunto, nel massimo silenzio precisando solo la data di convocazione per il rinnovo cariche, vale a dire il 15 di novembre. In questo lasso di tempo così ridotto non saranno possibili consultazioni all’interno delle singole associazioni aderenti alla Consulta stessa per l’affrettata e ingiustificata convocazione a distanza di pochi giorni. In ordine poi alle motivazioni, come dicevo, non trapela nulla, top secret, se non qualche dichiarazione della presidente uscente la quale oltre ad esprimere il proprio rammarico per quanto sta accadendo, evidenzia una perdurante difficoltà a portare avanti i progetti, ma oltre a questo, lancia un chiaro appello ad un ripensamento dell’organizzazione generale della Consulta “come organismo in sé“.
A questo si aggiungono “contrapposizioni esterne” alla Consulta stessa che hanno evidentemente concorso a compromettere la sua operatività mettendo forse anche in discussione la continuità di questo organo. Indubbiamente hanno inciso fattori non di poco conto che in qualche misura stanno danneggiando l’Associazione ravennate Comunità Romagna, punto di riferimento creato nel 2021 con 201 associazioni del territorio per consulenze e servizi, accantonata da Volontaromagna di Rimini nella gestione di cui sino ad ora si è sempre occupata la citata Associazione di Ravenna. Quest’ultima, tra l’altro, si è opposta all’aggiudicazione dell’ omologa di Rimini attraverso ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato i quali hanno accolto i ricorsi e conseguentemente hanno dato ragione all’Associazione di Ravenna. Ma ancora pare tutto ingessato. Anche questa situazione intricata e con evidenti stati conflittuali fra le parti non facilita il buon andamento dell’associazionismo, anzi, lo penalizza seriamente.
Dunque, una situazione molto intricata, coperta dal silenzio assoluto e con tentativi più o meno velati di essere politicizzata. Inoltre, stupisce che l’assessore competente o il sindaco non abbiano espresso valutazioni in merito alla delicata questione! D’altra parte Ravenna con la sua Consulta sorta nel 1987 ha necessità di avere un organo pienamente funzionante come ente di rappresentanza comunale del volontariato con il precipuo scopo di promuovere e sostenere il volontariato in tutte le sue forme e in tutti i campi….escluso quello politico, naturalmente!