“Prendo spunto dall’Assemblea del Partito Democratico per evidenziare come il documento dei valori su cui dovrebbe basarsi la rinascita del partito, ad un lettore distratto e superficiale come il sottoscritto, appaia di contenuti ovvi, con l’indicazione di pochi valori peraltro in più parti sc arsamente chiari o volutamente generici. All’interno del citato documento sono individuati tre ‘dimensioni’, la dimensione economica, sociale e ambientale ed il loro comune denominatore fa emergere un eccesso di Stato sull’economia ma non meno anche sulla sanità e il welfare. Un’impostazione sovietica ormai superata dalle dinamiche e dalle strategie appartenenti ad una società e ad un’economia profondamente cambiate.
Sul tema della sanità, poi, trovo incoerente l’impostazione di volere tutti i costi puntare esclusivamente sulla sanità pubblica con una visione centralista: orientamento in via teorica giusta e condivisibile, ma in palese contrasto con le istituzioni locali, a cominciare dalla Regione Emilia Romagna, maggiore azionista delle aziende sanitarie locali. Regione che ha sempre operato con attenzione in favore degli ospedali e dei servizi pubblici, integrando le proprie prestazioni con l’ospedalità privata per assegnazioni di collaborazione interventistiche, contenimento delle liste di attesa, ecc. Temo che sarà molto difficile un cambio repentino di un modello sperimentato in tanti anni, virando verso un sistema statalista e rinunciando ad una collaborazione armonica consolidata con il privato con il quale ha mantenuto per oltre vent’anni rapporti fertili, propedeutici e integrati. Lo dimostra, tra l’latro, la ‘mobilità attiva’ ossia la richiesta di prestazioni rivolte al nostro sistema regionale, con un dato positivo ma realizzato sempre attraverso una collaborazione con la sanità privata.
Esiste poi la questione centrale rappresentata dalla copertura economico finanziaria su cui la Conferenza Stato-Regioni dovrà riflettere e agire con urgenza, pena il collasso di una sanità sottoposta a sforzi estenuanti e a prove durissime anche a causa della gestione Covid. In questo senso il trasferimento del 70-80% del bilancio della Regione Emilia Romagna destinato alla sanità, temo non sia più in grado di assicurare i livelli essenziali necessari.”