Il tema della sanità compreso in tutti i programmi elettorali, riguarda la salute dei cittadini, ossia il bene più prezioso, ma corre il rischio, nell’applicazione pratica, che proprio la politica concorra solo marginalmente nel suo compito d’indirizzo. La Conferenza territoriale sociale e sanitaria, infatti, è l’organo che riunisce i sindaci del territorio dell’Azienda Usl e provvede alla definizione delle linee d’indirizzo relativamente all’attività socio sanitaria, oltre a prendere visione del bilancio dell’ente in oggetto verificando l’andamento generale dell’attività.
Oltre all’aspetto sanitario promuove e coordina la stipula degli accordi in materia di integrazione socio sanitaria previsti dai Piani di zona. Come si vede, si tratta di compiti strategici importanti e fondamentali che il Decreto Legislativo 502/1993 e successivi, ha assegnato in capo al sindaco, ma lo spirito della legge intendeva che la citata Conferenza si possa identificare come “l’organismo di governo dei comuni”, così come citato correttamente nella pagina dell’Azienda Usl della Romagna.
Non, quindi, solo l’assemblea dei sindaci, ma degli organismi dei Comuni. Questo non accade, ed è unicamente il primo cittadino che gestisce queste articolate funzioni e competenze, escludendo il contributo del Consiglio comunale, unico organo, oltre al sindaco, eletto dai cittadini. Quindi il Consiglio comunale subisce un evidente vulnus in materia sociale e sanitaria, poiché è costantemente escluso dalle sue funzioni. Un fatto politico molto serio e grave sul piano della partecipazione e della democrazia, che mortifica, oltretutto, i consiglierei eletti dal popolo.
Da questa situazione emergono i vari tentativi dei consiglieri comunali, perlopiù stimolati dalle innumerevoli segnalazioni dei cittadini, di intervenire attraverso interpellanze e interrogazioni rivolte al sindaco, le quali ottengono risposte “liquidate” molto spesso in pochi minuti nell’Aula consigliare.
Di qui temi come le lunghe attese per viste e prestazioni, i problemi del Pronto soccorso, la carenza dei medici e del personale sanitario, ed altri ancora, trovano un mancato approfondimento, per non parlare, poi, delle priorità degli interventi, delle scelte e degli obiettivi, degli atti d’indirizzo, del piano programmatico, fino all’equa distribuzione delle risorse e l’analisi del bilancio totalmente sconosciuti al Consiglio comunale, ma solo prerogativa del sindaco.
La salute appartiene a tutti e un coinvolgimento sistematico del Consiglio potrebbe rappresentare un valore aggiunto anche per il sindaco che in questo modo potrebbe portare nelle sedi opportune la vera voce della città.