Le rotatorie, a Ravenna come in tutte le città, sono molto diffuse per la funzione precipua di moderare e snellire  il traffico, aumentando, al contempo, la sicurezza. Tali intersezioni a raso fra due o più strade, certamente fanno scorrere meglio la circolazione e, soprattutto, limitano notevolmente  i pericolosi attraversamenti a raso, com’era ad esempio l’incrocio fra la Ravegnana e l’Adriatica.
Ebbene se queste rotonde  assumono una funzione di notevole importanza, sono allo stesso tempo e in molti casi uno degli accessi alla città e per questo richiederebbero una puntuale manutenzione e cura, oltre ad avere una segnaletica più evidente.
Spesso, infatti, i piccoli cartelli  su cui sono riportati i  nomi di quasi tutte le  nazioni europee, sono difficilmente leggibili, e non mancano situazioni in cui  restano nascosti fra le fronde degli alberi e dei cespugli. Riesce difficile, infatti, a ridosso di tali intersezioni stradali in cui confluisce, appunto, un imponente numero di  mezzi in circolazione,  riuscire a vedere con chiarezza i toponimi posti nei rondò in questione, e questo non va certo a beneficio dei turisti, frequentemente disorientati.

Tornando al fatto dell’abbellimento delle rotonde, intese come vero e proprio biglietto da visita della città, si segnala, in particolare quella posta sull’intersezione fra la statale Adriatica e la Ravegnana, considerata davvero un’area brutta quasi abbandonata a sé stessa; una città d’arte, di cultura, e che fa leva sul verde, dovrebbe avere maggiore cura di questa rotonda dalla quelle passano migliaia di veicoli al giorno e non pochi turisti.

Il Comune d’intesa con Anas dovrebbe intervenire per migliorare la situazione in essere. A margine, poi, di questa nota, si rileva che nel lungo elenco di nazioni che hanno contrassegnato con toponimi le tante rotonde cittadine, mancano due piccoli stati riconosciuti internazionalmente che si trovano all’interno del nostro Stato, ossia quello della Repubblica di San Marino, piccola Repubblica situata nel cuore dell’Italia centrale e molto vicina alla nostra città, e lo Stato della città del Vaticano, piccolo stato sovrano con un governo teocratico. Certamente meriterebbero l’attenzione dovuta se si considera, poi, l’insieme eterogeneo, spesso irrazionale e disordinato della nostra sterminata toponomastica,  nel cui elenco le citate  nazioni non creerebbero alcun tipo di problema.