L’irrefrenabile crisi dell’economia ravennate ha mostrato il peggio nel 2020, quando, secondo i dati della Camera di commercio, il numero delle imprese attive nella provincia di Ravenna è diminuito di 372 e il tasso di crescita è stato in realtà una decrescita di quasi l’uno per cento (-0,96%), laddove, per esempio, hanno registrato aumenti apprezzabili regioni del sud d’Italia come la Campania (+1,03%), la Sardegna (+ 0,91%) e la Puglia (+0,80%). L’Emilia-Romagna stessa, con un meno 0,49%, ha ridotto il danni della metà rispetto a quelli subiti dalla nostra provincia, piazzata tra le ultime in assoluto.
Il silenzio assordante che copre tali risultati generali evita che si prenda coscienza delle sofferenze vistose in cui versano i comparti importanti più colpiti, che sono il commercio e l’agricoltura, entrambi con un calo di 144 imprese, e dell’artigianato con -128, senza che se la passino bene la manifattura con -51 e l’alloggio/ristorazione con -23.
Davanti a questo quadro drammatico, stridono fortemente il bilancio di previsione per il 2021 con cui la Camera di commercio di Ravenna intende esercitare la propria azione di ente preposto alla promozione e al sostegno delle imprese. Da una parte, infatti, le sue entrate sono in massima parte a carico di queste, soprattutto coi diritti annuali, infaustamente aumentati nel 2020, e coi diritti di segreteria. Dall’altra però, i contributi e i trasferimenti alle imprese si riducono alla modesta somma di 2,670 milioni, a fronte di contributi per 7 milioni a favore, metà ciascuno, del Comune di Ravenna per costruire il Palazzetto dello Sport, e del Comune di Faenza per riqualificare il Palazzo del Podestà, interventi che servono poco o niente alle imprese. Altri 598 mila euro sono destinati all’agenzia del sistema camerale Promos Italia, senza che nella relazione al bilancio 2021 della Camera di Commercio ravennate esista traccia di progetti rivolti alla promozione e valorizzazione dell’economia ravennate. Inoltre si registra l’accantonamento delle somme per un probabile acquisto di azioni della SAPIR, che è una sola impresa privata dell’economia portuale, e come tale si comporta, per quanto in mani pubbliche.
Noi riteniamo che, soprattutto in questi anni di gravissima recessione, le imprese abbiano bisogno di sostegni forti e concreti, non virtuali come quelli dati ai due Comuni maggiori della provincia per opere pubbliche degne di essere finanziate da loro stessi. Solo così, come afferma il commissario dell’ente camerale ravennate, “la Camera di commercio sarà sempre a fianco delle imprese”.