Paolo Lucchi, neo presidente del colosso LegacoopRomagna, nell’ambito dei contatti formali con le  associazioni e le  istituzioni locali, è stato ricevuto dal commissario della Camera di commercio per adempiere non solo ad un fair play ma per affrontare le criticità e le maggiori questioni nazionali e di ambito romagnolo. Lucchi, tra l’altro, vanta una forte esperienza come sindaco emerito di Cesena, oltre da avere ricoperto per molti anni l’incarico di presidente della Conferenza socio sanitaria territoriale: una persona di indubbio  spessore con un’esperienza consolidata nel tempo.
Ma l’aspetto che balza all’occhio è un passaggio, – peraltro condivisibile, – dell’ex sindaco cesenate, quando afferma  che “ come Legacoop, stiamo chiedendo con forza di riprendere prima possibile il tema dell’area vasta: la creazione di un luogo istituzionale comune alle tre province  romagnole non è più rinviabile ” (Ravenna,Forlì-Cesena e Rimini).
Un messaggio chiaro ed inequivocabile cui il commissario della camera di commercio risponde con determinazione dichiarando di “ guardare con molto interesse e attenzione, confermando la disponibilità camerale al confronto”. Una risposta di basso politichese se si pensa che è stata proprio Ravenna a fare saltare il banco evitando i naturali rapporti con Forlì-Cesena e Rimini, lavorando  ostinatamente per fare il gemellaggio innaturale con Ferrara.
Ma perché, dunque, cercare un luogo istituzionale comune alle tre province, quando, appunto, tale luogo avrebbe dovuto essere individuato nella Camera di commercio?  Si tratta di aberrazioni sconcertanti!  Davvero una vera e propria farsa di ambito romagnolo in salsa bizantina, destinata a rimanere sulla carta nonostante tutta la buona volontà del neo presidente Lucchi.