“La Chiesa e l’intera comunità perdono un grande Papa, la cui dimissione dal soglio pontificio è costata all’emerito pontefice grande sofferenza di cui non si è mai pentito dichiarandosi completamente in pace con se stesso. La figura di Ratzinger erroneamente viene inquadrata come persona riservata, apparentemente poco incline alla comunicazione, in qualche misura definito addirittura debole e sommesso, ma la vera ’rivoluzione’ in termini di trasparenza è partita da lui, avendo il coraggio dopo un mese dalla sua elezione di denunciare la dilagante piaga della pedofilia esprimendo, addirittura, vergogna, disonore e rimorso a nome della Chiesa. Oltre alle pubblicazioni, tre encicliche caratterizzano, inoltre, la sua riservata e densa attività pontificia, ma ancor prima emerge un religioso con una brillante carriera accademica, un teologo raffinato di straordinaria cultura e rara sensibilità. L’umiltà e la fermezza sui ‘pilastri’ su cui edificare la vita dei religiosi e dei cristiani sono solo un esempio di questo grande Papa coerente e dotato di profonda spiritualità. Rifiuto di pensare a questo compianto Padre, con la superficiale e inopportuna definizione di “conservatore”, ma piuttosto ritengo si debba parlare di dotto cardinale entrato nel soglio di San Pietro, per modernizzare la chiesa e richiamarla al rispetto dei principi fondamentali della fede cristiana.
Un Papa, come San Paolo VI°, che difficilmente dimenticherò perché fra i numerosi insegnamenti ha messo in primo piano la grande fede e l’umiltà.”