“Una formazione politica che chiede di restituire “il potere al popolo”, anche secondo noi largamente governato in più parti del Paese con metodi antidemocratici, ha pubblicato una nota sulla nomina di Tiziano Carradori a capo della sanità pubblica della Romagna, che ci porta ad esprimere le seguenti valutazioni” afferma Gianfranco Spadoni, vice-presidente di Lista per Ravenna.
“Sottoscriviamo l’affermazione che contesta alla Regione di avere effettuato questa nomina con una valutazione di carattere politico e totalmente discrezionale. Lista per Ravenna ha infatti sempre sostenuto come la scelta dei direttori generali di una grande azienda pubblica quali sono le l’AUSL debba avvenire costituendo un apposito albo degli aspiranti a tali incarichi, cosicché una commissione tecnica, indipendente dalla politica, ne effettui in modo trasparente la selezione sulla base dei titoli, delle pubblicazioni e delle esperienze consolidate di management aziendale da ciascuno attestati” continua Spadoni.
“Non condividiamo invece che si attribuisca al neo direttore generale Carradori la responsabilità di avere chiuso in passato, come direttore delle vecchie AUSL provinciali, qualche ospedale locale di troppo e di avere anche usato l’arma dei tagli indebiti ai servizi. Sappiamo bene come nelle mani dei direttori generali delle AUSL siano sì totalmente concentrati i poteri gestionali, ma non certo quelli di comando e di indirizzo politico, che restano in capo alla Regione stessa e il cui ruolo propositivo spetta alle Conferenze socio-sanitarie di ciascuna AUSL, composte dai presidenti di Provincia e dai sindaci del territorio. I direttori generali sono dunque esecutori delle scelte strategiche di governo politico della sanità pubblica, che sono obbligati a rispettare. Riteniamo pertanto che sia corretto esprimere valutazioni di merito sul direttore Carradori per come eserciterà le proprie funzioni gestionali” dichiara Spadoni.
“Auspichiamo però fin d’ora che la Conferenza socio-sanitaria dell’AUSL Romagna, oggi presieduta dal sindaco e presidente della Provincia di Ravenna Michele De Pascale, da un lato non continui ad abdicare alle proprie responsabilità, com’è sempre stato, e dall’altra sappia esprimerle rapportandosi con le proprie assemblee elettive, quanto meno coi consigli comunali capi comprensorio delle tre province. Anche questo non è mai avvenuto. Anche questo è democrazia” conclude Gianfranco Spadoni.