No al processo di fusione tra le Camere di Commercio di Ferrara e Ravenna. La riforma va corretta consentendo agli enti camerali di mantenere una dimensione di autonomia provinciale, necessaria per garantire maggiori garanzie ai territori. La pensano così i sindaci di Ravenna e di Ferrara dopo la notizia, arrivata già da alcuni mesi, che la Corte costituzionale ha dichiarato legittima la riforma delle Camere di commercio, rispondendo alle questioni di legittimità costituzionale sollevate dal Tar del Lazio . Questa sentenza potrebbe rimettere in discussione l’autonomia degli enti delle due province in quanto la riforma, così come era stata ipotizzata dal Governo, prevedrebbe, in Emilia Romagna, un accorpamento delle Camere di commercio di Ferrara e Ravenna.
Come hanno affermato i sindaci interessati, i territori da sempre collaborano in modo naturale dal punto di vista economico e sono più che disponibili a continuare a farlo, valorizzando i fortissimi punti di contatto che ci legano lavoriamo insieme proficuamente in moltissimi ambiti, dal turismo alla cultura, dall’ambiente alla chimica, ma fondere le Camere di commercio non porterebbe alcun vantaggio e anzi potrebbe mettere a rischio gli equilibri che un sistema consolidato ha creato nel tempo. La stessa associazione degli Industriali non ha mancato di fare sentire la propria voce ribadendo che la rappresentanza comunale di Ravenna deve essere con la Romagna: un’assenza che rede incompleta e lacunosa la configurazione dell’attuale Camera adi Rimini, Forlì-Cesena a causa dell’innaturale matrimonio fra Ravenna e Ferrara.
Stupisce come i vertici dell’ente camerale ravennate non esprimano il vigore necessario per raggiungere tale obiettivo, avendo gravemente mancato solo per questioni di campanile (e di presidenza) di svolgere appieno la funzione di interesse generale per il sistema delle imprese. Una grave ed irresponsabile forzatura che lascia degli strascichi alla nostra economia locale già provata da una situazione economica senza precedenti.
Se qualcuno è presente nell’ente, batta un colpo! Il sindaco di Ravenna, tra l’altro, ha espresso più volte la sua piena, seppur tardiva, condivisione.