“Su sollecitazione di alcuni colleghi, bottegai come il sottoscritto, sono costretto a intervenire nuovamente su una questione che tiene banco in questi ultimi tempi: vale a dire la morìa dei piccoli negozi. Si sta parlando soprattutto del centro storico, ma la situazione riguarda anche la periferia e, non ultime, le  numerose località del forese.

Purtroppo non si tratta del mancato ricambio generazionale, ma di una serie di oggettive difficoltà che, sommate, determinano l’agonia e la conseguente morte del piccolo commercio.

I costi esosi degli affitti dei locali specie nel centro storico, l’eccessivo carico della fiscalità, non ultima quella locale a cominciare dall’ occupazione suolo pubblico,  dall’imposta di pubblicità su insegne e tende, sui permessi di circolazione, affissioni, etc. cui va aggiunto il gravoso peso delle utenze, già rilevanti e ultimamente inasprite per le note cause derivate dalla guerra e dalla ostinata decisione russa di limitare o interrompere le forniture, affossano la piccola impresa commerciale in genere strutturalmente ed economicamente non sufficientemente in grado di affrontare il mercato con pesi così elevati.

La risposta dell’amministrazione comunale per quanto di sua competenza, non è, quindi,  la consapevolezza e la preoccupazione di vedere tanti esercenti che chiudono bottega, numerose famiglie in crisi, o vedere le tante saracinesche chiuse, le luci spente, l’abbandono delle attività per mancata sostenibilità, ma assistere con compiacimento alla continua apertura di nuovi grandi superfici di vendita che ormai hanno caratterizzato il settore commercio della nostra città.

Non esiste più la bottega di nicchia, il negozio specializzato, gli  esercizi di vicinato, la storica rivendita di prodotti tipici, ma nemmeno i classici negozi a servizio dei quartieri o ubicati nelle strade cittadine, perché la grande rete distributiva, di fatto, ha raggiunto livelli  di vero soffocamento.

E si continua a costellare tutte le aree a ridosso di Ravenna con grandi centri che dovrebbero offrire ogni tipo di richiesta, ma dall’altro hanno davvero annientato la piccola impresa. E questo anche con l’avallo più o meno forzato delle associazioni di categoria, le quali per loro natura dovrebbero tutelare soprattutto il piccolo commercio.

D’altra parte, però, nelle grandi strutture commerciali non esiste il parcheggio a pagamento, si può restare a lungo a fare shopping senza avere il fiato sul collo della Polizia municipale, non ci sono zone  a traffico limitato…., dunque  perché rischiare ad accedere al centro?

E le compensazioni in favore del centro storico, il contenimento del consumo del territorio, la promozione e la rigenerazione urbana, gli interventi tesi a favorire l’attrazione del ‘cuore’ cittadino che fine hanno fatto?”