Apprezzabile l’intervento del sindaco Michele De Pascale nella sua veste di presidente dell’Unione delle Province Italiane rivolto al ministro della Salute e alla sottosegretaria dello stesso ministero per richiamare l’attenzione sulle difficoltà al ritorno allo sport e alla piena disponibilità alla gara o al gioco qualora si tratti di sport di squadra: il “Return to play”.
Gli specialisti di medicina dello sport, infatti, si trovano in una situazione senza precedenti per l’elevata richiesta di visite che non riescono a soddisfare facendo così dilatare a dismisura i tempi di attesa. Lo stesso presidente De Pascale suggerisce ai responsabili della Sanità nazionale alcune semplificazioni anche se la Commissione tecnico scientifica del Ministero della salute ha diramato il 18 gennaio scorso una circolare che va nella direzione di alleggerire il carico burocratico confermando 7 giorni per il ritorno in campo per gli asintomatici, paucisintomatici e malati in forma lieve e 14 giorni per gli sportivi over quarantenni. È’ prevista anche una diminuzione del carico di esami sul Servizio sanitario nazionale e una conseguente forte riduzione dei costi per gli sportivi. Per gli utenti under 40 asintomatici o paucisintomatici sarà sufficiente un elettrocardiogramma di base e un test da sforzo e non sarà più necessario eseguire esami come la spirometria e l’ecocardiogramma color doppler.
La questione, tuttavia, non riguarda solo il ministero ma anche la nostra Azienda sanitaria. E a nostro parere il tema centrale non consiste unicamente nella semplificazione e nello snellimento delle procedure, ma piuttosto nella carenza di specialisti del settore costretti a produrre tempi lunghissimi di attesa per i pazienti. In questo senso l’Azienda sanitaria locale per affrontare una situazione molto pesante da affrontare dovrebbe aumentare a tempo determinato il personale medico offrendo al contempo la possibilità di convenzioni temporanee con i centri accreditati per alleggerire l’elevato carico di richieste. Esistono casi di persone in attesa da mesi senza la certezza, oltretutto, di ottenere in tempi brevi la visita medica di idoneità agonistica. Una risposta , quindi, sarebbe necessaria e urgente anche dalla nostra Azienda sanitaria della Romagna, che nelle decisioni, tra l’altro, dovrebbe non avere tempi ministeriali per ottimizzare i tempi di attesa.