Il direttore generale dell’Asl Romagna nella seduta del Consiglio comunale di Ravenna del 3 ottobre scorso ha annunciato il probabile sdoppiamento del reparto di Medicina interna dell’ospedale S.Maria delle Croci.
In realtà la situazione è molto preoccupante all’interno di quest’Unità operativa soprattutto per i carichi di lavoro del personale medico e paramedico superiore agli standard in presenza di un’elevata occupazione dei letti che comportano conseguenti problemi di assistenza e di sicurezza. A queste si aggiunge, inoltre, tutta una serie di criticità evidenti di vario genere che da anni rendono difficoltosa la gestione del reparto nonostante l’impegno del direttore facente funzione e del personale.
Ma l’idea del direttore Marcello Tonini richiede un approfondimento, poiché si rischia di dividere l’Unità operativa di medicina dividendo allo stesso tempo anche le criticità. Il rischio, dunque, è quello di non risolvere le criticità ma di limitarsi a sdoppiarle in due servizi distinti senza risultati migliorativi se alla base non c’è una rimodulazione organizzativa. In tempi non lontanissimi esistevano già due reparti distinti di medicina prima e di medicina seconda con due diversi primari, poi unificati con a capo un unico direttore. Per questa ragione, infatti, la soluzione non può essere semplicisticamente quella della mera divisione, ma occorre un progetto innovativo e di ampio respiro.
Tra le cause principali del pre ricovero si possono indicare l’invecchiamento della popolazione, associato alle insufficienti strutture per anziani non autosufficienti. Vi sono, ancora, carenze di strutture e pochi sistemi di assistenza e cura territoriali e, inoltre, il ricorso pronto soccorso, resta l’alternativa per accedere a tutte le prestazioni (socio) sanitarie. In definitiva la Medicina interna rimane l’unica specializzazione in grado di affrontare il malato complesso e tutta la popolazione anziana. Di qui l’esigenza di un reparto di Geriatria, indispensabile se si tiene conto dell’invecchiamento della popolazione e dell’aumento dell’indice di dipendenza: fattori che trascinano con sé un aumento delle malattie croniche e dei malati complessi.
Andrà ricercata, insomma, una nuova organizzazione ospedaliera in cui la Medicina interna si troverà a operare su modelli assistenziali per intensità di cura e gli ambiti della sua possibile applicazione con distinti livelli di cura: intensivo e sub intensivo, acuto, e subacuto.
Occorrerà, infine, rafforzare un articolato sistema integrato tra territorio e strutture ospedaliere con maggiore collaborazione tra le singole parti. Diversamente continueremo a dividere il reparto di Medicina e, in seguito ancora a unificarlo senza aver superato gli evidenti problemi più volte richiamati.