Dall’ Europa fino ad arrivare agli enti locali, vi è una particolare attenzione alla mobilità sostenibile e all’incentivo all’uso della bicicletta, ma tali orientamenti del tutto condivisibili si trovano poi a fare i conti con il grande tema della sicurezza stradale. Nel 2017 l’incidentalità sulle strade pare leggermente diminuita, anche se i casi di mortalità, purtroppo, sono aumentati. Proprio sulla sicurezza incide in modo particolare l’inadeguatezza della maggior parte delle strade ma anche il modo spesso indisciplinato dei ciclisti che con il loro comportamento mettono a repentaglio la vita. Occorre una programmazione del territorio con itinerari ciclabili ben evidenziati e soprattutto protetti con attraversamenti sicuri: questo comporta una nuova cultura sul versante della progettazione e dell’adeguamento delle strade. In altre parole serve un Piano regolatore per la mobilità ciclabile da monitorare e aggiornare continuamente. Ogni investimento in questa direzione, infatti, tende a favorire l’uso del ‘mezzo locomotore semplice,’ aumentando al contempo la qualità della vita e la sicurezza dell’utenza ‘vulnerabile’.
Approfittando di queste considerazioni generali, a margine si sollecitano due questioni specifiche di competenza dei Comuni e della Provincia. La prima attiene i casi di declassamento delle strade o il divieto di transito con l’esclusione di accesso ai residenti. In questo caso il transito potrebbe tranquillamente essere esteso anche i ciclisti, i quali in ogni caso, non concorrono ad aumentare il traffico locale, né l’inquinamento acustico e atmosferico. Tale possibilità di facile ed economica realizzazione s’inserisce fra i vari sistemi d’incentivazione all’uso delle bici con un preciso risvolto green.
La seconda questione a latere della riflessione in argomento riguarda un’iniziativa promossa da molti comuni, tra cui quello di Ravenna, di mettere a disposizione un numero di biciclette per usi temporanei limitati. Si tratta di un’idea valida che va, tuttavia, seguita e monitorata in quanto si assiste spesso all’abbandono di questi mezzi in varie zone cittadine. In questo modo si crea disordine, la mancata disponibilità di queste biciclette a uso pubblico per gli utenti interessati, oltre ad aumentare un più rapido deterioramento: ragioni sufficienti per vanificare l’iniziativa di tale servizio.