“Sono passati oramai due mesi dalla terribile alluvione che ha colpito la regione Emilia-Romagna e oltre un mese dal decreto 61 che dispone l’introduzione di un nuovo strumento di sostegno al reddito a tutela anche dei lavoratori dipendenti del settore privato impossibilitati a prestare attività lavorativa a causa dall’alluvione.
Nonostante le numerose sollecitazioni del Sindacato, ad oggi decine di dipendenti del Gruppo Poste Italiane che non hanno potuto prestare la propria opera lavorativa a causa degli effetti della alluvione, si sono pagati di tasca loro tali giornate!
Infatti nella lettera del 11 luglio di Poste Italiane, in risposta ai solleciti di SLC CGIL, si conferma che le assenze del servizio causa alluvione sono state giustificate con i cosiddetti ‘permessi a recupero’, ovvero che il dipendente dovrà restituire, previsti dal contratto aziendale per situazioni di emergenza.
È inammissibile che un’ azienda delle dimensioni, delle disponibilità economiche e del profilo sociale di Poste italiane rinunci ad attivare gli strumenti di maggior tutela esistenti e scarichi i costi di quelle drammatiche giornate su dipendenti già messi a dura prova da una tragedia immane.
La richiesta della CGIL è che se l’azienda Poste Italiane non ha voluto attivare gli ammortizzatori sociali messi a disposizione, allora deve coprire integralmente con risorse proprie le giornate in cui i lavoratori non hanno potuto prestare la propria opera.
La CGIL non lascerà nulla di intentato per assicurare piena assistenza a tutte le lavoratrici e i lavoratori di Poste Italiane beffati dalla propria azienda anche in queste tragiche circostanze.”