“Domenica mattina 23 luglio, mentre i tanti vacanzieri percorrevano l’autostrada A14 e “gli Angeli della Strada” vigilavano affinché tutto avvenisse nel rispetto della legge e’ successo che il conducente di un auto, invece di incolonnarsi così come fatto dagli altri utenti, causa l’elevata mole di traffico ha ben pensato di sfrecciare a velocità sostenuta sulla corsia d’emergenza di quel tratto autostradale nel comprensorio del comune di Solarolo (Ra). Questa spericolata manovra non e’ passata inosservata ai colleghi della pattuglia della Sezione Polizia Stradale di Ravenna, di vigilanza su quel tratto autostradale, messi all’inseguimento dell’ automobilista e, solo dopo diversi chilometri, sono riusciti a fermare la corsa del veicolo. Il conducente una volta fermo è sceso dall’auto dirigendosi verso i poliziotti, aggredendoli. Vinta l’aggressione e limitata la veemenza dell’aggressore, visto l’alterato stato d’animo del malintenzionato, nonché dopo aver accertato visivamente lo status alterato causato, verosimilmente, da un abuso di sostanze alcoliche del predetto, gli operatori di Polizia hanno chiesto l’intervento di un’ambulanza per condurre il “focoso” conducente al più vicino pronto soccorso. Raggiunto il pronto soccorso dell’ospedale di Imola, il gagliardo automobilista per nulla impensierito o ravveduto dalla sua condotta e dalla situazione, ha ben pensato di continuare ad aggredire verbalmente e fisicamente sia i poliziotti, sia il personale sanitario. Nella sua condotta violenta e “delinquenziale” non ha mancato di arrecare danni fisici agli operatori di Polizia ed ai sanitari.
Tralasciamo l’aspetto sociale del predetto, ma veniamo in concreto ad analizzare quanto successo e la ricaduta per la condotta tenuta da questa persona che in preda ad un proprio “delirio” ha ben pensato di darsi alla fuga su un’arteria autostradale in quel momento molto affollata; una volta fermato invece di calmarsi ha iniziato ad aggredire fisicamente dapprima gli operatori di Polizia, poi il personale sanitario, senza mancare di provocare su se stesso atti ed azioni autolesionistiche cercando di incolpare di tali lesioni gli operatori di Polizia.
Tutto questo non è più sostenibile e accettabile.
Negli ultimi tempi sono state apportate modifiche al sistema penale e altre modifiche sono all’orizzonte, ben vengano le riorganizzazioni se saranno migliorative dell’attuale impianto normativo; ma per alcuni reati che minano la sicurezza e l’integrità fisica dei tanti operatori impegnati a garantire i servizi primari dello Stato (Sicurezza, Sanità e Formazione) si devono valutare sanzioni che abbiano l’effettiva certezza della pena, e non, come avviene spesso quando interviene tutto un corollario di “grimaldelli giuridici” che, di fatto, rendono residuali i casi in cui viene effettivamente scontata la pena applicata al reo. Non è più pensabile lasciare soli gli operatori dello Stato e delle articolazioni che offrono i servizi ai cittadini, dinanzi al crescente numero di persone che senza scrupoli sono pronti a tutto.
Oggi è di primaria importanza rivedere e limitare l’effetto, dinanzi a certe condotte configuranti reati, i tanti benefici che le legge prevede, che come evidenziato, molte volte rendono inapplicabili o alleggeriscono fin troppo le pene comminate dai Giudici. Ai nostri tre colleghi coinvolti da questa aggressione va la vicinanza del Siulp di Ravenna e gli auguri per una pronta guarigione”.