Sit-in giovedì mattina in Piazza della Libertà a Faenza contro le armi per promuovere l’incontro in programma nella serata sempre del 20 giugno al Palazzo delle Associazioni, in via Laderchi 3. La serata parlerà della aziende del territorio accusate di contribuire alla produzione di armi o di veicoli militari. L’appuntamento inizierà alle 21 ed è organizzato da The Weapon WATCH – Osservatorio sulle armi nei porti europei e mediterranei, Faenza eco-logica, Fuori da Nato e guerre, Eco-resistenze per Cambiare Rotta, Spazi Mirabal
“I tentacoli della guerra, con le sue stragi di civili e devastazioni umane e ambientali, partono anche dai nostri territori, dalle industrie locali coinvolte nella “supply chain” la catena dei fornitori.
Ma essere un ingranaggio di questa catena, rende meno responsabili dell’uso finale dell’arma?” si chiedono gli organizzatori.
“Parleremo delle aziende del territorio coinvolte nel settore bellico: Curti Costruzioni Meccaniche di Castel Bolognese, fornitore della Leonardo per la divisione Helicopters e la divisione Difesa, in campo navale e terrestre, (divisione che si sta espandendo con nuove armi), esportatore di pezzi di ricambio per obici semoventi, (inviati dalla Germania all’Ucraina) e vincitore di commesse del Ministero della Difesa per la progettazione di droni militari ad alta tecnologia; NPC di Imola, con i suoi nanosatelliti ad uso (anche) militare, progettati insieme alle Università e altre ancora.
Tra spazio, mare e terra, la catena delle armi non si ferma.
Cosa possiamo fare come lavoratori e società civile per spezzare la catena, fermare l’escalation e non collaborare?”