Ancora un caso di cronaca che vede come protagoniste le case famiglia: questa volta per lo sfruttamento e le condizioni in cui versavano le lavoratrici e i lavoratori addetti all’assistenza degli ospiti.
“Quanto riscontrato dalla Guardia di Finanza nelle due strutture di Bagnacavallo e Mezzano” affermano CGIL, CISL e UIL “rende evidente la necessità di continuare a tenere alta la guardia rispetto ad un fenomeno che continua ad essere percepito, da alcuni gestori, come una facile occasione di business, in un mercato nel quale i bisogni assistenziali sono in crescita esponenziale e il sistema pubblico non è nelle condizioni di offrire risposte a tutti ed in tempi celeri.
L’adozione di un Regolamento per le case famiglia omogeneo da parte dei Comuni della provincia è un passo importante, che segna la consapevolezza delle istituzioni di dover fare sistema, chiedendo garanzie ai gestori, sia di natura organizzativa che strutturale, prevedendo un ruolo per i medici di famiglia e garantendo l’apertura delle strutture alle comunità e al volontariato. Allo stesso tempo i controlli effettuati dall’Ausl permettono di individuare irregolarità organizzative, verificando se la casa famiglia è compatibile con le condizioni di salute degli ospiti.
Ma per Cgil, Cisl e Uil ancora non basta: i fatti contestati ai gestori delle due strutture si configurano come particolarmente gravi, richiamando il reato di caporalato, ma anche senza giungere a situazioni estreme come in questo caso, le irregolarità nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori, che sono spesso persone fragili e ricattabili, sono frequenti e poco è servito finora rivolgersi agli organi ispettivi. Per queste ragioni è importante dare attuazione all’accordo recentemente sottoscritto fra Cgil, Cisl e Uil e le rappresentanze di tutti i Comuni che prevede la promozione in Prefettura di un tavolo di coordinamento istituzionale, con la partecipazione delle parti sociali e dei soggetti ispettivi, per monitorare il fenomeno e coordinare i controlli da parte di tutti i soggetti che ne hanno competenza, con particolare attenzione alla garanzia della regolarità delle prestazioni lavorative”.