Un gruppo di militanti sindacali della provincia di Ravenna ha sottoscritto una dichiarazione
Quali impegni e iniziative possiamo mettere in atto per fare avanzare la transizione ecologica?  Rispetto alle emergenze in atto, ambientali, climatiche, energetiche, sociali – solo amplificate dal drammatico conflitto russo-ucraino – si intende porre la questione di quali possono essere le azioni concrete per uscire dalla dipendenza dalle fonti fossili, anche a partire dall’impegno del sindacato, ma rivolgendosi alle associazioni, sociali e ambientali e  tutta la società civile.
Ecco il testo della dichiarazione e i primi firmatari:

“Le pesanti emergenze che stiamo attraversando, ambientali, climatiche, energetiche, sociali – solo amplificate dal drammatico conflitto russo-ucraino – rendono necessario cambiare strategie, politiche, amministrative, gestionali, per cominciare a modificare il modo di produrre, di consumare, di abitare, di muoversi… quello che viene definito transizione ecologica.

Una locuzione abusata, formalmente condivisa da (quasi) tutti, ma non tutti intendono la stessa cosa e agiscono coerentemente.

L’attuale confronto, in Europa e in Italia, sulla necessità di affrancarsi dagli approvvigionamenti di Gas dalla Russia non dovrebbe prevedere semplicemente la sostituzione con altri fornitori egualmente problematici, né programmare grandi investimenti (nuovi gasdotti, nuovi rigassificatori, ecc.) che, oltre a dare scarsi risultati – e solo fra qualche tempo – ipotecherebbero per decenni il vecchio sistema energetico fossile.

Uno dei fondamenti della transizione è accelerare l’uscita dalle fonti fossili, pertanto, al di là di quanto serve per affrontare la situazione immediata, tutti i progetti e le risorse debbono essere concentrati sullo sviluppo di tutte le fonti rinnovabili, sul risparmio e l’efficientamento energetico.

Nel sindacato, o almeno in qualche parte, pur con contraddizioni, questa riflessione comincia ad avviarsi. Il concetto di “giusta transizione” (quindi non solo ambientale ed energetica, ma anche sociale) è determinante e deve essere assunto coerentemente da tutti, dal sindacato, come dal variegato mondo ambientalista e della società civile (non privi anch’essi di contraddizioni).

Il Congresso della Cgil – nonostante il rinvio per effetto della crisi di Governo e della prossima campagna elettorale – potrebbe essere una scadenza importante per definire un ruolo più significativo del sindacato su tali questioni.  Naturalmente, il Congresso della Cgil, coinvolge i propri iscritti, ma anche, per l’importante scelta dell’ultima conferenza di organizzazione, di aprirsi ad una nuova interlocuzione con l’associazionismo e la società civile, può coinvolgere anche altri soggetti esterni.

Senza entrare nel merito delle tecnicità del congresso Cgil e poi della specificità della campagna elettorale, intendiamo comunque utilizzare le prossime scadenze per approfondire, in primo luogo con iscritti, delegati sindacali, rappresentanti di associazioni sociali e ambientali, percorsi concreti per far avanzare la transizione ecologica.

 Assieme alle possibili iniziative per opporsi a scelte sbagliate dei decisori politici, ai vari livelli, è necessario sensibilizzazione l’opinione pubblica, gli amministratori, le associazioni economiche e produttive, le aziende, i sindacati, le associazioni sociali, dei consumatori, ecc. fino ad arrivare ai singoli cittadini… affinché ognuno cominci a mettere in atto tutte le azioni concrete che possono essere nelle proprie disponibilità.

Un ruolo fondamentale deve essere svolto da tutte le filiere dei sistemi produttivi, quindi dalle imprese, a partire da quelle più innovative, dalle loro associazioni, dai sindacati, dai loro delegati, con il coinvolgimento di tutti i lavoratori.

La trasformazione del modello energetico e produttivo, non si fa senza la loro conoscenza delle situazioni concrete (alla quale si possono affiancare competenze tecniche più specialistiche).

Anche solo partire da iniziative diffuse per generalizzare le diagnosi e l’efficientamento energetico nei cicli produttivi; la possibilità di utilizzare più fonti rinnovabili; sperimentare le Comunità Energetiche, ecc.; può fornire indicazioni per intervenire, sui cicli attuali, sulle materie prime, sulla logistica, sugli scarti, sui rifiuti, sull’economia circolare, ecc., ripensando i cicli di vita e tipologia dei prodotti e dei servizi, oltre che sul consumo di suolo e nella organizzazione delle città.

Primi firmatari di militanti sindacali Cgil (che invitano altri/e ad aderire):

Nome e cognome          Categoria 

   

Andrea Marchetti         Spi

Bruno Donati              Fp

Caterina Marchetti       Filcams

Enea Melandri             Filcams

Fabiana Zanzi             Fiom

Germano Zanzi            Spi

Giancarlo Lugli           Spi

Giuliana Liverani        Flc

Ivan Foschini              Fiom

Liliana Salvo               Flc

Marco Taroni               Flc

Riccardo Rosetti        Flai

Renata Marconi        Spi

Romano Bellenghi       Spi

Vittorio Bardi             Spi”