“Positiva seppur tardiva, l’iniziativa proposta dal comune di installare una rete di telecamere nel forese come prima risposta concreta al fenomeno purtroppo molto diffuso dei furti nelle abitazioni. Si è costatato, infatti, che le telecamere svolgono una maggiore vigilanza sulle attività praticate in determinati luoghi, oltre ad essere un mezzo per dissuadere comportamenti illeciti, fornendo, oltretutto, un maggiore senso di sicurezza. Si tratta, insomma, di mezzi utili sul piano della prevenzione oltre a rappresentare uno strumento fondamentale per le indagini per individuare e risolvere crimini. Dunque occorre prendere atto favorevolmente di questa iniziativa promossa dal Comune in risposta ad un crescente fenomeno diffuso sul forese e al conseguente malumore espresso in più occasione dai residenti. Un atto tardivo ma dovuto per scongiurare l’isolamento e la fragilità del territorio delle frazioni rispetto alla città, quest’ultima sicuramente dotata di maggiori controlli e di una fitta serie di insediamenti urbanistici.
Ben vengano, dunque, le telecamere, ma solo queste non risolvono il problema. Ad esempio non si comprendono le ragioni che hanno portato il Corpo di Polizia municipale a sperimentare l’istituzione del ‘vigile di quartiere’, come figura che in qualche misura era stata riscoperta rispetto al passato ma che si era rivelata di estrema importanza. I cittadini avevano un agente a cui fare riferimento durante il servizio di controllo, un vigile che presidiava una zona e favoriva il dialogo con i residenti. Anche il forese, in questo senso, aveva apprezzato l’istituzione di questa figura poi inspiegabilmente sopressa nonostante l’aumento degli organici del Corpo di polizia urbana.
Nelle attività di prevenzione e vigilanza la videosorveglianza rappresenta una risposta concreta ma occorrono altre iniziative per offrire più sicurezza.”
Gianfranco Spadoni
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