Il Partito Democratico ha rimarcato la posizione sul tema della sicurezza su cui si è discusso in consiglio comunale.
La consigliera Fiorenza Campidelli ha sottolineato come il sindaco de Pascale, già dal suo primo mandato, abbia messo al centro del suo programma il rafforzamento dei livelli di sicurezza della nostra città. È stato prima di tutto implementato l’organico della polizia locale che adesso conta 207 unità, oltre le 10 che vengono impiegate come stagionali per i lidi, e abbiamo così raggiunto lo standard richiesto dalla Regione. Grazie a un finanziamento statale, è stato avviato il progetto degli impianti di videosorveglianza con l’installazione di un numero significativo di apparecchi in città e nelle località del forese per la prevenzione e il contrasto di fenomeni di criminalità diffusa.
«Le classifiche del Sole 24 ore cavalcate dall’opposizione – ha poi aggiunto nel suo intervento la consigliera Cinzia Valbonesi – riportano dei meri dati statistici che rischiano di essere fuorvianti se non si tiene conto di tutta una serie di fattori di contesto che invece andrebbero ben analizzati. Innanzi tutto nel nostro Comune c’è un alto livello di civismo che, unitamente alla fiducia riposta nelle forze dell’ordine, fa sì che i cittadini siano portati a denunciare puntualmente furti, anche quelli che avvengono negli spazi privati esterni alle abitazioni e che vengono classificati al pari delle effrazioni all’interno dell’abitato, molto più gravi. Viene da chiedersi se nei tanti altri Comuni del nostro Paese, dal Nord al Sud, le statistiche sui furti siano migliori perché ne avvengono meno o piuttosto perché c’è una bassa propensione a denunciare e a fidarsi dell’operato delle Forze dell’Ordine.
La Regione Emilia-Romagna e il nostro Comune – continua Valbonesi – sono tra i territori italiani più avanzati per l’adozione di strumenti per la sicurezza urbana e la sicurezza integrata tra tutte le Forze dell’ordine. Nel nostro territorio sono infatti in vigore, già da alcuni anni, specifici protocolli, accordi e normative volte ad innalzare il livello di sicurezza. Dalla legge regionale 24 del 2003, riformata nel 2018, all’Accordo per la promozione della sicurezza integrata sottoscritto tra la Prefettura di Bologna e la Regione fino al recente rinnovo dell’accordo “Mille occhi sulle città” finalizzato a promuovere la collaborazione proattiva tra Prefettura, Forze dell’ordine, Istituti di vigilanza e Amministrazione comunale.
Proprio grazie a questi strumenti è possibile lo scambio di dati e l’interconnessione delle sale operative delle diverse Forze dell’ordine, oltre che alla promozione di attività di programmazione congiunte per alzare sempre di più il livello di sicurezza sul nostro Comune. Noi crediamo – conclude Valbonesi – che la strada da perseguire sia quella di implementare questo modello di sicurezza integrata perché mette in valore competenze, strumenti e mezzi per una più efficace gestione della sicurezza al servizio della comunità.»
Inoltre quando parliamo di sicurezza bisogna tenere ben presente quali sono le competenze delle diverse Forze dell’ordine. La Polizia locale si dedica prevalentemente al presidio del territorio, inteso come decoro urbano, riqualificazione urbanistica, sociale e culturale e altri compiti meglio definiti dal Regolamento di Polizia Urbana adottato dal Consiglio Comunale nel 2020. Reati come i furti o atti contro la persona sono di competenza delle Forze dell’ordine statali, Polizia e Carabinieri.
«Il modello proposto da alcuni gruppi politici di opposizione è ormai superato e non tiene conto delle tecnologie informatiche e dei mezzi che abbiamo oggi a disposizione – aggiunge il Capogruppo PD Marco Montanari. Istituire distaccamenti di Polizia Urbana in alcune località del forese, dove peraltro sono già per lo più presenti caserme dei Carabinieri o della Polizia, significherebbe tenere bloccati almeno 36 agenti su 207 per presidiare la loro apertura. Noi crediamo, al contrario, che il bisogno del territorio sia quello di avere la Polizia locale tra le persone, con una maggiore proiezione all’esterno, con un pattugliamento più intenso. Senza considerare, poi, i costi che avrebbero questi eventuali distaccamenti in termini di gestione. Siamo sicuri che cittadini vogliano che un numero così alto di agenti sia dedicato a tenere aperta una stazione di polizia piuttosto che a sorvegliare il territorio e andare dove serve a dare loro il servizio? A nostro avviso no.»
Proprio per avere uno sguardo sempre più attento alla sicurezza sul territorio il Comune di Ravenna ha anche chiesto alla Regione di accelerare l’iter per l’emanazione della direttiva che consentirà agli Enti locali l’utilizzo di vigilanza privata ad integrazione delle funzioni di vigilanza della Polizia locale. Appena saranno disponibili queste disposizioni attuative l’Amministrazione comunale darà prontamente corso alla collaborazione con gli istituti di vigilanza privata.
Il Gruppo PD in Consiglio Comunale, con la consapevolezza che bisogna fare sempre di più per innalzare il livello di sicurezza sul territorio, non ci sta ad avvalorare la descrizione di Ravenna come una città insicura. Una descrizione di questo tipo, oltre a non essere reale, fa male alla nostra comunità e alla nostra economia, dal commercio al turismo. Ravenna non se lo merita.”