Oramai è chiaro e l’andamento stagionale di questi primi 5 mesi del 2020 ne è l’ulteriore conferma: dobbiamo abituarci a inverni con temperature medie superiori a quelle stagionali e soprattutto a situazioni siccitose (salvo poi verificarsi gelate improvvise e “bombe” d’acqua).
Fattori che ovviamente si ripercuotono in maniera pericolosa sull’agricoltura, in particolar modo in aree fortemente rurali caratterizzate da coltivazioni intensive, e molto spesso idroesigenti, come quelle che si trovano in Romagna. La primavera 2020 è dunque da considerarsi la più secca degli ultimi 70 anni, con un calo del 60% delle piogge, che si va ad aggiungere al calo delle precipitazioni invernali che aveva già fatto registrare un -30%.
Con riferimento alle registrazioni del pluviografo di Lugo e in relazione ai periodi di interesse agronomico, emerge che il valor medio della pioggia nel mese di maggio nel periodo 1993‐2020 è pari a 60 mm. Rispetto a tale media, la piovosità del solo maggio 2020 è stata di 15,9 mm, ossia solamente del 26,5% del valore medio del medesimo periodo, calcolato sulla serie storica 1993‐2020.
Il valor medio della pioggia del periodo ottobre – maggio 1993‐2020 è pari a 431 mm. Rispetto a tale media, la piovosità del periodo ottobre 2019 – maggio 2020 è pari a 242,7 mm, ovvero solo il 56 % rispetto al valor medio della pioggia nel medesimo periodo, calcolato sempre sulla serie storica 1993‐2020.
Il Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale, per quanto riguarda la propria area di competenza, è quindi intervenuto nell’attività di fornitura di acqua per l’irrigazione già dal mese di febbraio (di norma la stagione irrigua “regolare” inizia a metà marzo e si conclude a fine ottobre) e con il passare dei giorni, delle settimane, dei mesi la richiesta è via via aumentata.
Distribuzione che in pianura avviene attraverso tubazioni interrate in pressione o canali vettori a cielo aperto, attingendo dal CER – Canale Emiliano Romagnolo, mentre in collina sfruttando l’acqua convogliata nei bacini d’accumulo interaziendali (i laghetti artificiali).
In dettaglio, per quanto riguarda la porzione di pianura della Romagna occidentale, sono già stati distribuiti circa 21 milioni di mc di acqua, il triplo rispetto al volume prelevato nel medesimo periodo dello scorso anno. Di questi 21 milioni, oltre 4 milioni di mc sono stati immessi nelle reti interrate in pressione dalle centrali irrigue, un quantitativo quattro volte superiore rispetto al volume immesso in rete nel medesimo periodo dello scorso anno. I rimanenti 17 milioni sono stati distribuiti attraverso i canali.
Per quanto riguarda la collina, invece, si segnala che gli invasi sono tutti attualmente pieni e in esercizio già dai primi giorni del mese di marzo. Se l’andamento stagionale proseguirà con queste scarse precipitazioni, da gennaio a maggio solamente 70 mm di pioggia, nei mesi di luglio e agosto potrebbero subentrare dei problemi, quando le portate dei corsi d’acqua torrentizi si ridurrà al minino, per poi probabilmente azzerarsi a causa della carenza di piogge del periodo primaverile.
Ad aggi la capacità d’invaso complessiva è di circa 2 milioni di metri cubi grazie agli investimenti fatti dalle aziende agricole attraverso i fondi del PSR (Piano di Sviluppo Rurale) e attualmente sono aperti 8 cantieri per aumentare la capacità di oltre 1 milione di metri cubi.
«Nonostante le piogge di questi ultimi giorni i problemi legati alla siccità in agricoltura permangono. In questo contesto, il ruolo del Consorzio è sicuramente strategico per tutto il comparto agroalimentare del nostro territorio, perché stiamo sostenendo nel migliore dei modi le esigenze idriche delle aziende agricole, che diversamente rischierebbero di perdere le proprie produzioni rimaste, in alcuni casi anche già falcidiate da altre calamità naturali – sottolinea Alberto Asioli, Presidente del Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale -. L’indirizzo preso da anni dal Consorzio è quello di continuare a investire sulla realizzazione di reti idriche interrate in pressione in pianura e di bacini d’accumulo in collina. Ancora una volta mi preme anche sottolineare l’importanza del CER, principale fonte di approvvigionamento idrico della nostra pianura, che riesce a rifornirci di acqua anche in periodi particolarmente siccitosi come questo».