I dati consegnati all’Osservatorio permanente sulle crisi idriche dalle agenzie meteorologiche regionali del distretto del Po disegnano un quadro idro meteo climatico a dir poco sconfortante anche se a portare qualche nota positiva, nel generale contesto di grave impoverimento idrico che ha caratterizzato gli ultimi 110 giorni, ci sono le previsioni di imminenti precipitazioni sulla gran parte del Nord. Piogge che arriveranno da una perturbazione atlantica, accompagnate da un abbassamento delle temperature, che potrebbero però essere di modesta entità (10 mm) e che rimpinguerebbero le scorte disponibili solo per una parte proprio contestualmente all’avvio della stagione dell’irrigazione colturale.
In alcune aree distrettuali, soprattutto nella parte Occidentale del Piemonte, l’attuale situazione è già di acclarata emergenza e in più zone, soprattutto collinari, l’approvvigionamento non solo per l’agricoltura (interventi di emergenza), ma anche per il servizio idro potabile è stato effettuato grazie all’intervento provvidenziale delle autobotti.
In questo scenario, come del resto anche negli altri territori settentrionali, il ruolo giocato dai provvedimenti presi in tempi utili dalle Regioni consentono di scongiurare una completa deregulation di utilizzo e consumo che in questa particolare e difficile fase storica, oltre che climatica, che stiamo vivendo porterebbe ripercussioni nefaste. È comunque palese che alcune amministrazioni regionali, anche alla luce di quantità pioggia cadrà nei prossimi quattro giorni, potranno operare delle scelte precise sulle modalità di accesso e di distribuzione della risorsa idrica, attraverso una pianificazione temporale e/o calendarizzazione del prelievo.
Come previsto la siccità si è estesa da Ovest verso Est e anche Lombardia (sottobacini a quota 12-16% di riempimento), Veneto e soprattutto Emilia-Romagna (che preleva quasi esclusivamente solo dal Po con una mappa di affluenti ai minimi storici e con falde impoverite) non vivono momenti sereni. Per questa ragione il Segretario Generale dell’Autorità Distrettuale del Fiume Po-MiTE, Meuccio Berselli ha chiesto, concertato e ottenuto di organizzare il prossimo Osservatorio già tra pochi giorni, a metà mese di Aprile, il giorno 14, per comprendere sia il potenziale effetto delle precipitazioni dei prossimi giorni, sia le possibili soluzioni da attuare per adattarsi ad un clima che sempre di più penalizza comunità e territori alla ricerca di una costante resilienza nella gestione dei fenomeni idro climatici.
Sempre in Emilia-Romagna restano critiche le condizioni del territorio Piacentino e della Val d’Arda e la Regione ha comunicato l’imminente accordo interregionale per il rilascio dall’invaso ligure del Brugneto oggi a quota 82% di riempimento; quota assolutamente differente dagli invasi emiliano-romagnoli (Molato 20%), Mignano (40%), meglio invece la diga di Ridracoli che conserva 25 milioni di metri cubi.
Per quanto riguarda i portatori di interesse l’ANBI ha evidenziato lo stato precario della falda che in mancanza pressoché totale di risorsa di superficie non basterebbe ad avviare le semine; Utilitalia in rappresentanza dell’idro potabile servizio idrico integrato rimarca un deficit di risorsa idrica dalle sorgenti che oscilla pesantemente tra il 30 e il 70% fino ad arrivare alle aree pedecollinari rifornite con autobotti, più tranquillità invece per la falda più profonda, quella che va dai 90 ai 130 metri. Infine il comparto idroelettrico che lamenta una funzionalità “a singhiozzo” in taluni casi solo per 4 ore al giorno anche in questo caso raggiungendo il minimo storico di produzione energetica proprio in un momento di estrema necessità per il nostro paese o addirittura a produzione “zero” laddove per produrre energia si utilizza il flusso di acqua corrente.
BOLLETTINO
L’assenza di piogge significative su molte parti del bacino ha aggravato la siccità che perdura da ormai due mesi sul distretto del Po, facendo protrarre oltre tempo una magra invernale particolarmente intensa. Le richieste di prelievo per i fabbisogni attuali mostrano già le prime criticità, sia per l’idropotabile sia per la produzione idroelettrica e dai primi di Aprile la richiesta sarà ancora più consistente per soddisfare le necessità del comparto agricolo. Le piogge previste dai modelli nei prossimi giorni potranno portare un ristoro momentaneo e solo parziale nella zona terminale del distretto, ma non saranno sufficienti a colmare il gap precipitativo da inizio anno.
PORTATE: continua inesorabile il processo di esaurimento delle portate di Po che ha determinato in tutte le stazioni l’attestarsi di valori ben inferiori alla “Portata caratteristica di magra (Q355)” e al di sotto della soglia di emergenza. La situazione di estrema siccità che era localizzata inizialmente nella sola stazione di Piacenza, ad oggi con una portata ridotta di -73% di soli 291 m3/s, è traslata fino alla sezione di chiusura del bacino a Pontelagoscuro, dove si misura la quantità record in negativo di soli 491 m3/s, prima volta dal 1972 nel periodo invernale. I torrenti appenninici minori sono in secca ma anche i rimanenti affluenti hanno portate ridotte del -80%.
PRECIPITAZIONI: i modelli confermano che dalla giornata di mercoledì fino a domenica ci saranno precipitazioni superiori ai 10ml, tuttavia la distribuzione delle precipitazioni e la loro intensità sarà legata alla posizione del vortice di bassa pressione che si formerà in seguito all’arrivo dell’aria fredda sul Mediterraneo. Dovrebbe beneficiarne maggiormente la zona terminale del bacino, parte emiliano romagnola (la zona di Ferrara presenta il più importante deficit in termini di precipitazioni dell’Emilia – 98% nell’ultimo mese e – 50% da inizio anno) ma solo lambendo la parte di testata del bacino (Piemonte) che nel mese di marzo ha visto un deficit generalizzato oltre l’80%. La serie di dati del semestre ottobre 2021 – marzo 2022 mostrano una precipitazione cumulata inferiore alla minima del periodo di riferimento, il sesto periodo più secco di sempre. Il dato tuttavia non potrà che peggiorare viste la scarsa probabilità che si verifichino precipitazioni consistenti nelle prossime settimane.
TEMPERATURE: Il mese di marzo ha visto attenuarsi l’anomalia positiva delle temperature registrata nei mesi precedenti a causa delle minime mattutine molto rigide, spesso al di sotto dello zero che hanno causato gelate mattutine, con forte escursione termica nel corso della giornata anche oltre i 15 gradi. Questo ha permesso il mantenimento dello scarso manto nevoso, che potrà così fondersi nei prossimi giorni, quando le temperature torneranno su valori medi. Il naturale aumento delle temperature, con punte di oltre 20 gradi negli ultimi giorni, farà incrementare l’effetto dell’evapotraspirazione.
NEVE: le basse temperature hanno conservato il rimanente manto nevoso su tutto l’arco Alpino e il poco rimasto in Appennino. In termini di accumulo nevoso si registra il minimo degli ultimi 20 anni e il dato non potrà che peggiorare viste la scarsa probabilità che si verifichino precipitazioni nevose consistenti nelle prossime settimane. In rosso la media degli ultimi 20 anni, in nero la disponibilità attuale di manto nevoso equivalente SWE (snow water equivalent).
LAGHI E SERBATOI: La situazione è caratterizzata da afflussi minimi e dalle conseguente parzializzazioni dei rilasci con il lago Maggiore di poco superiore allo zero idrometrico (+6,4 cm all’idrometro di Sesto Calende) con un riempimento al 30%. Disponibilità ai minimi anche nel lago di Como e il lago d’Iseo, con valori al di sotto dello zero idrometrico, rispettivamente -31cm e -21cm, ed una riserva d’acqua disponibile prossime al 5%.
Analoga situazione nei bacini montani, seppur con differenziazioni più marcate rispetto la posizione, la riserva dall’inizio dell’anno è in diminuzione con un riempimento attuale sceso al 36%.
FALDE e SORGENTI: i livelli bassi di fiumi e torrenti potrebbero generare un ricorso maggiore all’utilizzo dell’acqua di falda anche per l’irrigazione. Ad oggi si registrano criticità a livello locale diffuse in particolare nella parte piemontesi. Situazione di criticità anche per le sorgenti per il settore dell’idropotabile.
CUNEO SALINO: L’avanzamento del cuneo salinoha superato i 12km di intrusione dalla costa, principalmente nel ramo di Pila e Goro, valore tipico del periodo estivo.
CONCLUSIONI: lo stress idrico dovuto alla scarsità d’acqua sta riducendo il potenziale di resa non solo delle colture invernali, ormai giunte a termine, ma anche della produzione idroelettrica che si attesta a volari minimi degli ultimi 20 anni. Iniziano le prime sofferenze dell’idropotabile, sono già 21 i comuni piemontesi dove si è fatto ricorso alle autobotti per sopperire alla carenza delle captazioni. La pioggia è urgente per evitare di ridurre ulteriormente il potenziale di resa e per consentire buone condizioni di semina primaverili. Il clima più freddo del solito dal 20 febbraio ha contribuito a ridurre l’evapotraspirazione, ma non appena le temperature aumenteranno, l’impatto dello stress idrico diventerà evidente, sia per le colture sia per l’habitat, già provato dalla carenza di acqua soprattutto nei tributari, dove si registrano sofferenze della fauna ittica. La disponibilità di risorsa idrica attuale per l’irrigazione sarà inferiore al normale, in quanto il fiume Po ed i suoi principali affluenti sono già a livelli molto bassi e si prevede un limitato ricarico dallo scioglimento delle nevi e dalle future precipitazioni. L’irrigazione inizierà prima del solito e con quantitativi richiesti maggiori a causa dello scarso tenore d’acqua nei suoli, con possibili effetti negativi sulle superficie coltivate che dovranno ottimizzare il ricorso all’irrigazione con turnazioni e dove possibile ritardare la semina. Il picco della domanda d’acqua è atteso, come di consueto, a maggio a causa della sovrapposizione della domanda da parte delle principali colture impiantate nel distretto.