Nei giorni scorsi l’assemblea dei soci dell’Istituto Oncologico Romagnolo ha proceduto all’elezione dei membri del Consiglio d’Amministrazione della principale organizzazione no-profit del territorio: tante le conferme ma anche molte novità in seno alla rappresentanza faentina e lughese nell’organo direttivo dello IOR. Sono infatti entrate a farne parte Simonetta Bosi, splendida volontaria di Bagnara di Romagna, da diversi anni impegnata sul territorio a favore delle tante iniziative dell’Istituto, e l’ing. Giandomenico Burbassi di Faenza, alla sua prima esperienza di volontariato oncologico, Presidente COOProgetto Studi tecnici e Progettazione Industriale. Insieme al confermatissimo vice-presidente storico Rositano Tarlazzi, perno dello IOR per la bassa Romagna, avranno il compito di garantire che la voce dei malati oncologici e le necessità dei loro famigliari residenti in questa area siano adeguatamente rappresentate, continuando a garantire il massimo supporto possibile per i reparti di Oncologia degli Ospedali “Umberto I” di Lugo e “degli Infermi” di Faenza.
Pochi giorni dopo l’insediamento del rinnovato Consiglio d’Amministrazione dell’Istituto Oncologico Romagnolo si è tenuta la prima seduta dell’organo direttivo, chiamato a nominare il nuovo Presidente della principale organizzazione non-profit del territorio. La scelta è ricaduta all’unanimità su Luca Panzavolta, Amministratore Delegato CIA-Conad: un profilo sicuramente di spicco per un dirigente dalla forte riconoscibilità a livello nazionale. «Tra le motivazioni della nomina, oltre al lampante spessore della persona e all’assoluta competenza, sicuramente un fattore determinante l’ha giocato la vicinanza che da sempre Luca ha dimostrato per la nostra causa – dichiaranoi consiglieri all’unisono – siamo onorati che un profilo così altamente professionale abbia deciso di impegnarsi ancora di più, e in prima persona, nelle attività di lotta contro il cancro che portiamo avanti. Per noi rappresenta sicuramente un attestato di stima verso quanto compiuto in questi anni, mentre per i pazienti e i ricercatori che sosteniamo sarà la garanzia migliore che quanto ottenuto dal 1979 non andrà disperso, ma al contrario vedrà un’implementazione affinché il nostro territorio sia sempre più identificabile come area d’eccellenza nella presa in carico del malato oncologico».
«Ho accettato la proposta sentendo un forte richiamo morale a questo impegno verso una realtà come l’Istituto Oncologico Romagnolo che conosco e stimo da anni – ha dichiarato a caldo lo stesso Panzavolta – ci aspetta un lavoro di grande responsabilità ma entusiasmante. Tanti sono i progetti che ci ha lasciato in eredità il Prof. Amadori: cercheremo di lavorare con lo stesso amore, la stessa passione ma anche la stessa concretezza che abbiamo potuto ammirare nel tempo vissuto con lui. “Anima e Coraggio”, per essere sempre vicini a chi soffre e insieme a chi cura».