Si è conclusa l’operazione ambientale “Onda Blu”, che ha visto impegnati i militari in servizio presso i Comandi della Direzione Marittima dell’Emilia-Romagna tra il 7 aprile ed il 6 maggio, nell’ambito di una complessa attività coordinata dal Centro Controllo Nazionale Ambiente del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di porto.
I controlli della Guardia Costiera, quasi 700 durante l’intera operazione, hanno riguardato principalmente la verifica degli scarichi idrici e la corretta gestione dei rifiuti, in applicazione delle specifiche norme del Testo Unico ambientale (decreto legislativo n.152 del 2006).
A fronte dei numerosi impianti di depurazione delle acque reflue asserviti ai Comuni costieri che sono stati verificati, è stato riscontrato in un caso un illecito amministrativo per mancato rispetto delle prescrizioni dell’autorizzazione unica ambientale – non era stato comunicato agli Enti preposti il fermo temporaneo dell’impianto.
I controlli presso i cantieri navali negli ambiti portuali hanno condotto i militari a contestare al titolare di un cantiere un illecito penale per la mancanza dell’autorizzazione allo scarico di acque reflue industriali e assimilate, necessario quando si effettua la pulizia della carena delle unità navali, per evitare che i prodotti di risulta possano finire in mare.
Presso alcuni impianti di autolavaggio sono state eseguite verifiche riguardanti la gestione dei fanghi prodotti durante l’attività; i militari hanno riscontrato in due distinte situazioni l’illecito penale consistente nel mancato smaltimento del deposito temporaneo di questi fanghi entro il termine di un anno, come previsto dal Testo Unico ambientale; in un caso invece, l’avvenuto smaltimento dei fanghi non era stato annotato sul registro di carico/scarico dei rifiuti, a fini di tracciabilità, con conseguente contestazione di un illecito di carattere amministrativo al responsabile dell’impianto.
Particolare quanto scoperto dai militari in servizio presso l’Ufficio Locale marittimo di Goro, avamposto più settentrionale della Direzione Marittima, con la scoperta di due unità navali in stato di abbandono e semi-affondate lungo la riva del Po di Goro, che sono state sottoposte a sequestro penale, mentre sono in corso ulteriori accertamenti.
I controlli della Guardia Costiera proseguiranno anche in futuro ai sensi del Testo Unico ambientale con la finalità di tutelare l’ambiente marino e costiero, in quanto patrimonio naturale e paesaggistico di tutti, fonte di vita e scrigno di biodiversità da preservare.