Conclusa con successo a Cervia la tre giorni di importanti e stimolanti riflessioni sul patrimonio bellico della II Guerra Mondiale alla presenza di un pubblico numeroso e interessato. Il convegno si è svolto in tre giornate di cui due ( 3 e 4 novembre) a Ravenna in via degli Ariani e il 5 novembre a Cervia.
La tavola rotonda che si è tenuta a Cervia è stata la conclusione di una tre giorni di riflessione fra esperti, storici museologi, storici del patrimonio culturale, storici del paesaggio, giuristi che hanno trattato il tema della guerra e della memoria, una memoria che rappresenta un importante patrimonio culturale che deve essere in parte ricostruito, salvaguardato e tramandato alle nuove generazioni.
L’evento, organizzato dall’Università di Bologna, dipartimento di Beni Culturali ha visto la collaborazione dell’Università di Macerata e del Comune di Cervia dove è stato intrapreso un percorso di riqualificazione e conservazione delle fortificazioni di difesa quali bunker e denti di drago e dove sono state fatte delle scoperte interessanti ed uni che dal punto di vista architettonico e artistico, che a quegli anni bui sono sopravvissute giungendo fino a noi.Un progetto volto alla patrimonializzazione di questi beni, al recupero e alla valorizzazione degli stessi come testimonianze di un periodo storico difficile e doloroso che oggi può sfociare in un percorso guidato che testimoniala follia della guerra e offre storie di vita vissuta.
“Cervia sta lavorando da tempo in stretto rapporto conUniversità e Soprintendenza affrontando insieme anche le difficoltà che giungono soprattutto da resistenze di tipo emotivo e sentimentale, di percezione e accettazione della presenza di testimonianze sul nostro territorio e di ciò che rappresentano nella memoria collettiva. È un classico esempio di patrimonio dissonante, scomodo certamente ma foriero di un forte messaggio storico identitario e soprattutto di pace, perché è da quegli anni duri che sono nati i valori democratici che oggi contraddistinguono il nostro paese.Ringrazio l’Università di Bologna per l’appoggio importante, in particolar modo delDipartimento deiBeniCulturali di Ravenna nella persona del professore Ciancabilla, che ha apprezzato da subito il progetto e ci ha aiutato a svilupparlo e connotarlo in uno spettro più ampio di fruizione, che prescinde dal linguaggio politico e da simbologie conflittuali, ma che vuole elevarsi a patrimonio culturale universale”. Dichiara la delegata del sindaco ai Beni Culturali Federica Bosi
Durante le giornate di studio sono stati trattati i temi di tutela e valorizzazione di questo importante patrimonio narrante nel passato e nel presente:si è parlato di memorie da salvaguardare.Si è parlato delle realtà locali impegnate nella gestione di questo difficile patrimonio e della solitudine a cui sono relegate queste testimonianze. Solitudine intesa come assenza di una rete di coordinamento, che è la conseguenza di un approccio ancora timido alla materia da parte del governo centrale. Questo patrimonio infatti va avanti spesso attraverso il grande contributo di associazioni di volontari e il coraggioso lavoro delle amministrazioni locali.Nell’incontro a Cervia si è parlato del futuro insieme a studiosi e rappresentanti delle istituzioni.
Alla tavola rotonda hanno partecipato, oltre al sindaco di Cervia Massimo Medri, Donata Levi, docente di Museologia e Storia della critica D’arte all’università di Udine e responsabile del LIDA (Laboratorio informatico per la documentazione storico artistica);Serge Noiret, presidente dell’associazione italiana di Public History; Claudia Castellucci, direttrice di Atrium, (Architecture of Totalitarian Regimes in Europe’s Urban Memory), una delle 45 rotte culturali europee che partendo dalla città di Forlì si impegna nella divulgazione del patrimonio dissonante; Giuseppe Masetti; direttore dell’istituto storico della Resistenza di Ravenna e provincia. Importanti contributi sono arrivati da Cristina Ambrosini, docente in Legislazione dei Beni Culturali all’Accademia di Belle arti di Brera e responsabile del Servizio Patrimonio Culturale della RegioneEmilia-Romagna, che si sta impegnando per la tutela del patrimonio bellico anche attraverso una normativa regionale molto all’avanguardia rispetto a quella nazionale e Federica Gonzato, SoprintendenteArcheologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Ravenna , Forlì-Cesena e Rimini, che con Cervia ha iniziato un importante lavoro di riconoscimento del patrimonio storico e che ha lanciato la proposta della creazione di un museo della memoria diffuso sul territorio attraverso un percorso di lavoro condiviso su più livelli.